Sorgerà un polo residenziale e semiresidenziale per anziani nell’area della Cappuccina, che è quella porzione di città compresa tra le vie Peruzzi, viale dei Cipressi e via Nuova Ponente, in cui già oggi sorgono la stazione delle Autocorriere, il Cimitero e gli Orti sociali. Il progetto preliminare approvato dalla Giunta Campedelli è un primo stralcio del progetto più ampio che si svilupperà in due fasi e comprenderà due centri diurni per anziani non autosufficienti collegati a una palazzina di appartamenti protetti con servizi composta da 12 appartamenti autonomi ma “collegati ai servizi in risposta ai bisogni della popolazione fragile, anziana e disabile”. Si parte con la costruzione di uno dei due centri diurni per anziani non autosufficienti compreso il fabbricato dei servizi comuni e la realizzazione delle opere di urbanizzazione (ingresso, parcheggio e parte della strada di accesso). L’anziano potrà scegliere: non più obbligato a entrare in Casa Protetta potrà alloggiare “in tipologie abitative nuove che offrono servizi adeguati di sostegno, cura, custodia e vigilanza, integrate nel tessuto urbano, in prossimità di centri sociali”.
L’idea è quella di replicare modelli già esistenti come ad esempio la struttura Parco del Navile, residenza assistita a Bologna gestita dalla Coop sociale Cadiai aderente a Legacoop e alleata della Gulliver nel consorzio Kedos: gli otto appartamenti protetti ospitano anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Per quel che riguarda il progetto carpigiano che sorgerà sull’area di proprietà del Comune di Carpi in via Nuova Ponente angolo via Baden Powell, per il momento si sa che ha un importo di 1 milione e 100mila euro e che saranno coinvolti soggetti privati per la sua realizzazione. Per consentire di edificare su quell’area di circa 13.200 mq, è stato necessario sottoporre al Consiglio Comunale una variante al Piano regolatore, approvata dalla Maggioranza: la destinazione d’uso di quell’area è stata modificata da zona a verde pubblico (e parcheggio pubblico) diventerà zona per Attrezzature d’interesse comune. Ecco, fra le tante perplessità che si possono nutrire rispetto al progetto, questa è più forte di qualsiasi altra: quella zona infatti rappresenta per il centro cittadino un grande polmone verde e chi oggi acconsente alla costruzione nella Cappuccina, ai tempi del dibattito sul grande parco urbano l’aveva persino candidata come alternativa al Parco Lama. Arrestare l’erosione del suolo e la cementificazione significa, in situazioni come queste, riqualificare l’esistente e ristrutturare edifici che già esistono, anche in centro storico. E’ vero che si tratta di una strada un po’ più onerosa ma, solitamente, quella più facile non sempre si rivela la soluzione migliore.
Sara Gelli