“Ora al campo le cose sono migliorate”

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Viene da Roma, Rocco Cosentino, il direttore 46enne della Croce Rossa Italiana che, dal 3 giugno scorso, è a Carpi per gestire la cucina del Campo Basilicata allestito nel Piazzale delle Piscine. Dopo le polemiche sollevate la scorsa settimana da alcuni ospiti del campo, circa la scarsa varietà del cibo preparato, lo abbiamo incontrato per far luce sulle criticità emerse.
Il primo nodo riguarda l’approvvigionamento delle materie prime.

Molti lamentano il fatto che la Cri respinga aiuti materiali provenienti da cittadini solidali. Perchè non accettate cibo o vestiario?
“Dobbiamo rispettare delle normative ben precise. La tracciabilità dei viveri è fondamentale per garantire le migliori condizioni igienico – sanitarie all’interno del campo. Grandi agglomerati di persone, soprattutto a fronte delle temperature di questi giorni, sono potenziali focolai di malattie. E’ perciò di vitale importanza seguire ogni regola per assicurare la massima igiene. Per tale motivo non accettiamo cibo di cui non possiamo conoscere nel dettaglio l’origine o vestiti usati”.

Il Campo Basilicata conta ad oggi (2 luglio) 420 persone. Solo il 20% degli ospiti è italiano e questo ha creato numerosi malumori, soprattutto i primi giorni. Quali le criticità maggiori dal punto di vista della cucina?
“All’interno del campo vi è una folta comunità musulmana. Per rispondere alle loro esigenze, in mensa viene servita solo carne macellata Halal e, naturalmente, il maiale è stato bandito”.

Alcuni ospiti italiani del campo denunciano la scarsa varietà delle pietanze preparate. Come commenta?
“Dopo alcuni problemi iniziali, legati alla contingenza dell’emergenza, ora le cose sono nettamente migliorate. Il Comune di Carpi ha ora individuato la Ego Tre slr di Venezia (azienda di dimensioni internazionali che opera da più di 15 anni nel settore delle forniture navali e vanta esperienze di rilievo anche nelle forniture di campi militari delle nostre Forze Armate) come partner per gli approvvigionamenti. Tale operazione ci consente di avere dai 3 ai 4 rifornimenti alla settimana e ciò comporta maggiore varietà di materie prime. Per noi infatti stivare la merce è problematico: ricordiamo che questo è un campo e che, nonostante, le varie celle alimentate con luce e gasolio, lo spazio è risicato. A giorni monteremo poi un’altra tensostruttura, simile a quella della mensa, per creare un ulteriore spazio da dedicare allo stoccaggio della merce”.

Quanti pasti preparate giornalmente?
E quanti sono gli operatori presenti?
“Circa 3mila pasti: di cui una parte è destinata agli ospiti del campo e in parte al resto della popolazione bisognosa. I pasti da asporto vengono rigorosamente distribuiti in vaschette monouso per garantire la massima igiene. Gli operatori, provenienti da ogni parte d’Italia, sono 40 e si alternano ogni 10-15 giorni”.

Assumere molta acqua con queste temperature è vitale per mantenere un buono stato di salute. E’ vero che l’acqua viene razionata?
“Assolutamente no. Ovviamente l’acqua fredda in bottiglia viene distribuita in alcuni momenti precisi della giornata poiché prelevata poco prima dalle celle frigorifere ma, e ci tengo a sottolinearlo, per averne altra basta venire in cucina. Noi siamo a disposizione senza alcuna preclusione. Siamo uomini della Croce Rossa e, in quanto tali, pronti ad aiutare tutti, senza limiti e senza remore”.

Al momento come descriverebbe le condizioni igieniche del campo? Alcuni carpigiani hanno definito i bagni “indecenti”…
“Al campo convivono culture diverse con usi completamente differenti dai nostri e questo, soprattutto all’inizio, ha comportato screzi e malumori. Ora stiamo installando in tutti i bagni dei tubi di gomma grazie ai quali ci si potrà lavare le parti intime senza ricorrere ad altri espedienti (ndr bottigliette) che venivano poi gettati a terra. Ogni settimana poi, il campo viene derattizzato e disinfestato onde evitare il proliferare di topi e insetti dannosi. Noi stiamo davvero facendo del nostro meglio”.

La tenda che ospita la mensa, nelle ore più calde, pranzo compreso, diventa un forno. Avete pensato di adottare qualche accorgimento in più?
“La tenda, pur essendo dotata di quattro bocchettoni per rinfrescare l’aria, nelle ore più calde e a fronte dei numerosi astanti, diventa molto calda. Abbiamo richiesto dei ventilatori con nebulizzatori per cercare di dare un poco di sollievo”.

Lei ha già prestato la sua opera anche in occasione di altre emergenze, Aquila compresa. Quando pensa verranno smobilitate le tende?
“Purtroppo credo vi resteranno ancora per molto. Ad oggi sono 2.836 le persone sfollate a Carpi, mentre sono 945 le richieste pervenute al Coc per la richiesta di sistemazione autonoma con contributo. Restano un migliaio di persone che dovranno essere assistite”.
E sono gli stranieri, privi di una rete parentale o amicale in grado di sostenerli. E, ancora, le categorie sociali maggiormente svantaggiate, i fragili… Di fronte a noi, l’orizzonte è tutt’altro che roseo.

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