Gli “integralisti” della solidarietà

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Per un episodio negativo che coinvolge cittadini stranieri, tanti altri – la maggioranza, per fortuna – testimoniano invece di una volontà di integrazione e collaborazione encomiabili. Come gli sforzi che l’associazione pakistana Minhaj-ul-Quran – La retta via – sta mettendo in campo in questi difficili giorni per assistere gli abitanti di Carpi in difficoltà a causa del sisma, senza lasciarsi in alcun modo condizionare da nazionalità o fede religiosa. A darci testimonianza del grande gesto di solidarietà è Muhammad Iqbal Shah, presidente di Pace e integrazione, la sezione dell’associazione che ha sede a Carpi. “Ci siamo immediatamente attivati martedì 29 quando c’è stata la prima scossa, perché sapevamo che il Comune era molto impegnato a intervenire nelle situazioni più difficili e delicate – racconta nel parco di via Montecarlo, sotto uno striscione che recita Aiutare gli esseri umani è la preghiera più superiore – e così abbiamo comprato alcune tende per le famiglie che non ne avevano. Il primo giorno ne abbiamo montate una ventina”. Ma già mercoledì, con le scosse di assestamento che non cessano e la paura che sale, la situazione appare più grave, e così il numero dei bisognosi aumenta progressivamente. “Il giorno dopo abbiamo comprato altre 50 tende, tanto che in questo parco abbiamo ospitato quasi 400 persone di ogni provenienza: moldave, ucraine, pakistane, ghanesi, tunisine, marocchine e anche quattro famiglie italiane. Minhaj-ul-Quran pensa a tutti, non solo ai musulmani o ai pakistani, perché il nostro fondatore ripete sempre che prima viene l’essere umano, e soltanto dopo la sua fede o la sua etnia”. Gli aiuti vengono poi portati anche in altri quattro parchi, tanto che il numero delle tende supera le 150. “A un certo punto ci siamo accorti che mancavano tre tende, e i ragazzi della nostra associazione hanno ceduto le loro e hanno dormito all’esterno”. Nel campo di via Montecarlo è stata poi allestita una tenda-farmacia, con analgesici e antipiretici forniti gratuitamente per i bisogni più semplici. “Abbiamo anche dato da mangiare pasta e riso, vigilato tutte le notti con tre turni da tre persone l’uno, montato noi ogni singola tenda, tenuto pulito il parco facendoci arrivare alcuni cassonetti da Aimag, installato un bagno chimico e coperto ogni tenda con un telo impermeabile quando ha iniziato a piovere”. Muhammad racconta di aver ricevuto anche i ringraziamenti del vicesindaco e assessore alle politiche culturali Alessia Ferrari, che si è detta impressionata dalla grande prova di solidarietà dimostrata dall’associazione, che ha speso complessivamente oltre 5mila euro. Anche l’imam (guida spirituale) Ghulam Mustafa Mashadi, presente nel parco di via Montecarlo, lancia un messaggio che di integralista ha solo la volontà di fare del bene. “Nostro compito non è soltanto quello di aiutare i fedeli musulmani, ma tutta la comunità italiana, perché nel momento del bisogno siamo tutti uguali. Il nostro messaggio è di pace e fratellanza, e ogni appartenente a Minhaj-ul-Quran ha come fratello ogni essere umano si trovi in difficoltà”. Prima di andarcene, Muhammad ci indica la bandiera italiana che svetta sulle tende del campo. Salutiamo felici di poter dire che chi vede gli immigrati come un unico gruppo di persone indesiderabili e pericolose si sbaglia. Di grosso.

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