“Il segreto del successo? Superspecializzazione e tecnologia”

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Una colonna laparoscopica, innovativa attrezzatura utilizzata per interventi chirurgici sempre più mirati e meno invasivi, del valore complessivo di oltre 70mila euro, è stata donata all’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi.
La nuova attrezzatura è già utilizzata nel reparto di ginecologia ed è un preziosissimo strumento capace di produrre immagini ad alta definizione che consente così di eseguire diversi tipi di interventi in laparoscopia. Una tecnica che, grazie alla mini invasività, presenta numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale: riduzione del dolore postoperatorio, diminuzione delle perdite ematiche e del rischio di infezioni, decorso post-operatorio molto più rapido con minore dolore e degenza generalmente limitata a pochi giorni, risultati estetici nettamente migliori.
“Grazie a questa apparecchiatura – ha affermato il direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, Paolo Accorsi – abbiamo fatto un significativo salto di qualità nell’offerta delle prestazioni chirurgiche erogate dalla nostra Unità. Con l’arrivo nel 2010 del dottor Roberto Marchesin, Responsabile della Chirurgia Oncoginecologica del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, abbiamo iniziato un percorso ambizioso e importante, quello di costruire una rete di chirurgia oncoginecologica in Provincia di Modena, facente riferimento a Carpi. E ci siamo riusciti grazie alla superspecializzazione dei medici e alla tecnologia sempre più avanzata di cui disponiamo. Il futuro sarà sempre più rappresentato dalla laparoscopia e anche grazie a questa donazione, siamo tecnologicamente al top. Oggi possiamo anche contare su di un ristretto team chirurgico dedicato a una delle patologie più subdole e diffuse dell’universo femminile, ovvero l’endometriosi, trattata nella quasi totalità dei casi a livello laparoscopico”. E a ribadire la strategica importanza del binomio specializzazione – tecnologia per garantire la massima qualità della prestazione medica è anche il primario dell’Unità Oncologica di Carpi, Fabrizio Artioli che rilancia con una provocazione: “le persone sono il futuro e i professionisti formati e motivati che lavorano bene non dobbiamo lasciarceli scappare”. 
“Nel nostro mestiere – gli fa eco il dottor Marchesin – non possiamo permetterci di restare indietro tecnologicamente parlando. Se vogliamo garantire sicurezza e affidabilità dobbiamo stare al passo coi tempi. Continuamente. Grazie all’adeguamento dell’attrezzatura a nostra disposizione, il numero delle procedure laparoscopiche presenta un trend in continua crescita. La chirurgia maggiore riguarda circa 50-70 donne ogni anno operate per tumore e altre 300 per altre patologie (cisti ovariche benigne, endometriosi, trattamento chirurgico delle gravidanze tubariche). Grazie alla nuova tecnologia donata, la percentuale di trattamento laparoscopico si attesta attorno al 80 per cento della chirurgia addominale benigna. L’isterectomia, cioè l’asportazione dell’utero, che continua a essere uno degli interventi ginecologici più effettuati al mondo, nella nostra struttura, in seguito all’esperienza acquisita, viene effettuata con successo per via videolaparoscopica nel 70 per cento circa dei casi”. Il successo ottenuto nel trattamento delle patologie benigne ha permesso di applicare tale tecnica anche nel settore oncologico ginecologico per il trattamento del carcinoma del collo dell’utero nei primi stadi e del carcinoma endometriale, con la possibilità di estendere l’intervento a procedure radicali come l’asportazione dei linfonodi potenzialmente interessati dalla malattia. “Questa nuova tecnologia – continua Marchesin – ci consente ora di effettuare circa il 60 per cento degli interventi per cancro della cervice negli stadi iniziali e per carcinoma endometriale in laparoscopia, garantendo inoltre l’importante obbiettivo del nerve sparing, ovvero il rispetto dell’integrità delle strutture nervose difficilmente visualizzabili in chirurgia tradizionale”. Ovviamente la colonna laparoscopica è una risorsa preziosissima: peccato non potrà essere utilizzata al massimo delle sue potenzialità a causa degli arcinoti “problemi logistici”, ovvero la mancanza di spazi operatori.

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