“Il nostro scopo è servire la collettività. Per farlo però occorre saper ascoltare. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo invitato l’imprenditore carpigiano Marco Marchi, titolare di Liu Jo spa, per tentare di offrire uno spaccato sull’evoluzione del distretto industriale della moda di Carpi” e la sua personale ricetta per far fronte al grave momento di crisi economica che interessa anche la nostra città. Con questa parole, Vanda Menon ha introdotto l’ospite d’eccezione che ha animato l’intermeeting di Rotary Club Carpi, Lions Club Carpi Host e Lions Club Carpi A. Pio, lo scorso 2 febbraio, nella prestigiosa cornice di Sala Mori. Una serata all’insegna “dell’ottimismo, – ha sottolineato il presidente del Rotary, Federico Cattini – che porterà alla nostra attenzione un modello imprenditoriale vincente a cui guardare come un esempio”. Marchi, classe 1962, esordisce sulla scena carpigiana del tessile – abbigliamento nel 1985, aprendo una maglieria. Nel ’95 fonda, insieme al fratello Vannis, Liu Jo. Dopo dieci anni, il marchio made in Carpi si impone a livello nazionale e internazionale, regalando a Marco Marchi un posto di primo piano nell’Olimpo della moda. I numeri di Liu Jo si commentano da soli, dichiara il giornalista Verusio Generoso di Confindustria Modena. “L’azienda nel 2011 ha avuto un fatturato di 260 milioni di euro, segnando un 12% in più rispetto all’anno precedente. Liu Jo conta ben 756 dipendenti nel mondo e i suoi punti vendita hanno raggiunto quota 261”. Il segreto di tanto successo? “L’umiltà – dichiara Marchi, anima creativa dell’azienda – e qualche notte insonne”. Anche il distretto carpigiano però ha contribuito al successo, “fornendomi stimoli e ispirazioni continui”, nonostante i numerosi “scossoni” che lo hanno investito. “Negli anni – continua l’imprenditore – abbiamo attraversato un vero e proprio Tsunami che ha completamente rivoluzionato il nostro modo di fare businness. Il manifatturiero del nostro Paese è nato su una debolezza tutta italiana: con la lira infatti avevamo l’abitudine di fare ricchezza attraverso la svalutazione; l’arrivo dell’euro ci ha colti impreparati. Non tutti sono riusciti a raccogliere la sfida del mercato globale, della concorrenza. Ci siamo trovati a giocare una partita con armi impari ma, chi è riuscito a superare il processo di selezione naturale del mercato, è diventato più forte. Il distretto di Carpi ha cambiato volto, polarizzandosi sempre più, ma è ancora oggi un’eccellenza che ha mantenuto i suoi fatturati, un punto di riferimento per l’Italia e il mondo. In questi 17 anni da imprenditore il mondo ha cambiato faccia”. Cambiamenti che Marco ha saputo interpretare in tempi non sospetti quando, con lungimiranza, decise di registrare il proprio marchio. “Quando ci rendemmo conto che la Cina era sempre più vicina, capimmo che l’unica soluzione per resistere ed essere competitivi era investire in un marchio di qualità. Il brand è prima di tutto un progetto che ha futuro, attraverso il quale si stringe un rapporto intimo col consumatore. Il distretto oggi, pur essendo connotato da luci e ombre, tiene proprio in virtù di quelle aziende che hanno portato avanti una politica forte di branding e hanno portata a una crescita dei fatturati nonostante la crisi economica. Chi, al contrario, non ha saputo rinnovarsi, è in forte sofferenza”. Un distretto, quello carpigiano, dinamico, connotato da imprese leader che, secondo Marchi, ha ancora un ruolo importante da giocare nella scacchiera internazionale: “il nostro distretto è una fucina di idee. Sono felice di non aver delocalizzato, perchè respirare ogni giorno l’humus del nostro territorio è per me fondamentale e non vi voglio rinunciare”. Ma il vero segreto di Marchi, è l’entusiasmo che lo anima. Una passione intensa la sua, che lo spinge, giorno dopo giorno, a perseguire la propria “vocazione. Perchè non si sceglie il mestiere di imprenditore, lo si sente dentro”. Senza esagerare però: “lavorare troppo ti toglie il tempo di pensare e nonostante io dedichi tanto tempo al mio lavoro, che amo e mi diverte, i momenti liberi sono necessari per fare scelte ponderate e importanti”. Ma per essere vincenti, ribadisce più volte Marchi, “occorre mettere il consumatore al centro, approcciarsi al mercato con umiltà ed essere pronti ad affrontare i cambiamenti con dinamicità”. Fondamentale anche l’apporto dei propri dipendenti: “è grazie alle risorse umane che l’azienda vive”. Figure professionali strategiche che, spesso, non è sempre facile reperire, e che il CampusDellaModa voleva formare proprio qui, in loco, “un’occasione che, purtroppo, Carpi ha perduto”. Marchi è un uomo pragmatico, coi piedi per terra, senza tanti grilli per la testa. L’estro e la praticità che da sempre contraddistinguono i carpigiani convivono in questo imprenditore che si è fatto da solo. “Il successo di Liu Jo spesso mi sorprende. Sono un uomo ricco e libero, perchè faccio quello che amo”, conclude Marco, con gli occhi brillanti. Una “fortuna” che il destino riserva a pochi…
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