Malcontento in Galleria…

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Coop Estense dice sì alle nuove chance offerte dal pacchetto di liberalizzazioni varato dalla Manovra Monti e terrà aperte le proprie strutture di vendita sette giorni su sette.
“Nel mercato modenese alcuni operatori, compresi i nostri maggiori concorrenti diretti – spiega in una nota la dirigenza di Coop Estense – hanno scelto di avvalersi delle nuove possibilità date dalla manovra, mantenendo aperte le proprie strutture di vendita sette giorni su sette. Comportamento che viene confermato anche per le prossime domeniche da operatori quali Esselunga, Unes, Panorama, cui si è aggiunto l’ipermercato Leclerc-Conad. La cooperativa, prendendo atto delle scelte che il mercato sta facendo, non può che organizzarsi per reagire in un quadro competitivo sensibilmente mutato”. La Consulta Sociale e il Consiglio di Amministrazione di Coop Estense hanno quindi licenziato la pianificazione di un calendario di aperture domenicali per le strutture di vendita modenesi, con cui la cooperativa vuole rispondere a “un’aumentata pressione competitiva, nell’interesse dei lavoratori e dei consumatori. E’ urgente, in questo momento, creare le condizioni per garantire la redditività dell’impresa, difendendo le quote di mercato, con l’obiettivo primario di tutelare l’occupazione e assicurare ai nostri soci il miglior servizio possibile”. La scelta di Coop è quindi quella di sperimentare nei prossimi mesi l’apertura domenicale, secondo criteri funzionali legati alla tipologia delle strutture e alle sfide competitive, in tutti i territori in cui opera, Carpi compresa. A restare sacre e inviolabili soltanto 7 date: 1° gennaio, domenica di Pasqua e lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 25 e 26 dicembre. Durante tali festività ogni supermercato e ipermercato Coop resterà chiuso! A storcere il naso però di fronte a tale posizione sono gli esercenti della galleria del centro commerciale Borgogioiso di Carpi, “costretti” ad alzar serranda contro la propria volontà. “Noi non abbiamo parola. Non possiamo scegliere cosa fare. Decidono loro e basta. Non contiamo niente”, ci dice una commerciante, a cui ne fa eco un altro: “stiamo vivendo le liberaralizzazioni come un’imposizione. Noi lavoriamo all’interno del centro e, di conseguenza, dobbiamo adeguarci e subire inderogabilmente tali decisioni. A differenza nostra, un esercente del territorio può invece scegliere quando e come abbassare le serrande”. E nel caso in cui decidessero di tener chiuso, cosa accadrebbe? “Da contratto dovremmo pagare una sanzione per la mancata apertura che ammonta a 500 euro al giorno”. “Insomma siamo costretti ad aprire, – aggiunge un’altra commerciante – anche se non siamo d’accordo”. E’ così infatti che funziona il contratto che hanno firmato: le aperture le decide chi ha la maggioranza in millesimi, “come se si fosse in un condominio”, ci spiega il direttore del Borgogioioso, Guido Lugli. “Tutto funziona per quote millesimali e il fondo immobiliare tedesco, proprietario della galleria e socio maggioritario, è favorevolissimo alle aperture. Una volontà che coincide con quella di Coop Estense. “Di fronte a un cambiamento, rapido e diffuso, non ci sono alternative e come ogni azienda dobbiamo continuare a presidiare il mercato per tutelare gli attuali posti di lavoro. Col mese di febbraio il centro commerciale rimarrà aperto in via sperimentale tutte le domeniche, alle 9 alle 20, questa fase ci permetterà di verificare la risposta dei consumatori e fornirà gli elementi per le successive decisioni. Per ora una cosa sola è certa, lo scenario è cambiato e sul commercio si gioca la possibilità di una ripresa più generale dell’economia quantificabile in un punto percentuale di PIL, obiettivo importante per un Paese in recessione”.
Ogni domenica quindi, tutti gli esercizi della galleria di Borgogioioso – a esclusione di Risdorando che da sabato 28 gennaio ha chiuso definitivamente i battenti – dovranno alzare le proprie serrande, pena una multa decisamente salata. Sanzioni che, in questo momento di crisi, sono in pochi a potersi permettere… A serpeggiare poi vi è anche un altro dubbio: “a fronte di un notevole sacrificio da parte di chi conduce un’attività a livello famigliare e di un aumento di costi per chi, invece, ha dipendenti che dovranno essere pagati doppio nei giorni festivi – conclude un commerciante – dubito profondamente che gli introiti possano aumentare”.

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