La Festa del Partito Democratico dell’Unione delle Terre d’Argine edizione 2011, come di consueto, sta avendo un notevole successo. Fino al 18 luglio, relatori di spicco e grandi musicisti animeranno queste calde serate estive carpigiane. Ma si sa, gli emiliani sono buongustai e a farla da padrona, alla Festa, è anche la buona cucina. Falò, Tradizionale Terre d’Argine, Osteria della Quercia, Terrazza Mediterranea, Messicano e Pizzeria sono i ristoranti presenti nello spazio adiacente la zona delle piscine. A tirare le fila della complicata organizzazione delle cucine, vi sono i capocuochi. Il loro lavoro si svolge dietro le quinte, tra fornelli, griglie e un’innumerevole quantità di pentole e padelle. Difficile immaginare, comodamente seduti al tavolo in attesa della propria ordinazione, quante persone nel frattempo si stiano affaccendando nelle “retrovie”. Difficile anche solo pensare quante chiacchiere, risate e confidenze ci si scambi tra la preparazione di una gramigna panna e salsiccia e la frittura di un buon pezzo di gnocco fritto. I responsabili di alcuni dei punti ristoro ci hanno raccontato cosa li spinge da tanti anni a prestare il proprio impegno alla Festa, con l’entusiasmo dei primi tempi. Eola Papazzoni da sei anni dirige la Terrazza Mediterranea (70 collaboratori circa e mediamente 400 avventori al giorno, con punte di 700 nei fine settimana). “La mia attività alla Festa – racconta – comincia molti anni fa: è quasi mezza vita che partecipo! Santa Croce, Carpi, Fossoli, Limidi: mi destreggio un po’ tra tutte le feste. E’ un’attività molto faticosa, in questo ristorante in modo particolare, dal momento che, cucinando il pesce si comincia al mattino presto per finire a notte fonda”. Ma cosa la spinge a farlo? “Perché ci credo e continuo a crederci. In secondo luogo, tanta passione per la cucina che, da hobby, è diventata quasi una professione. Sono autodidatta, si badi bene, ma ciò che mi viene in mente lo realizzo e, dicono, piuttosto bene. Inoltre del volontariato amo il contatto con la gente. Mi piace mettermi in discussione e parlare con le persone”. Parole semplici ma accorate cui fanno eco quelle di Maurizio Benetti, responsabile dell’Osteria della Quercia (35 volontari circa e 400 coperti nelle serate a più alta affluenza). “Faccio il volontario da circa 40 anni, da quando ero un ragazzino, fatta eccezione unicamente per l’anno in cui ho prestato servizio militare. E’ la passione per la politica a spingermi a farlo con entusiasmo, l’idea in cui credo da sempre, che nel tempo si è evoluta ma che, alla base, rimane sempre la stessa, fondata sull’impegno. Il rapporto con le persone che collaborano con me è la cosa che amo di più: in tanti anni siamo diventati quasi una famiglia. Apprezzo soprattutto i più giovani che ogni sera garantiscono una presenza fondamentale e cui va il merito di aver allestito la simpatica pannellatura politica dedicata a Pier Luigi Bersani e alle buffe battute ideate da Maurizio Crozza”. Adriana Ferraguti e il marito Guido, responsabili di uno dei bar, sono dello stesso avviso. Volontaria dall’età di 14 anni, Adriana si diverte e, allo stesso tempo, sente di fare qualcosa di utile. Gabriella Cattini è invece capocuoca presso il ristorante Tradizionale (20 collaboratori circa ogni giorno). Volontaria da circa dieci anni tra Carpi, Santa Croce e Modena, ci spiega che l’affluenza quest’anno pare essere maggiore, ma la spesa dei clienti minore a causa della crisi. Nella cucina di Gabriella, anche un veterano: Edgardo Giaroni, volontario dal 1948. “Siamo nati in un’epoca molto dura – racconta – quindi per noi le feste, che allora facevamo in campagna, erano l’unico modo per mangiare ciò che ognuno portava. L’amicizia è da sempre la cosa più bella. Qui la sera si torna a casa con il mal di pancia per le tante risate. A volte è la soddisfazione politica a venir meno, ma non ci si può perdere d’animo: l’importante è che sopravvivano i valori”. Forse le giovani generazioni riusciranno a infondere nuova linfa agli ideali che in questo momento paiono scarseggiare. Ci crede Giuliano De Pietri, responsabile del Falò da 10 anni e volontario da circa 40. “La mia è una grande passione – spiega – e la cosa più bella, soprattutto quest’anno, è che sono riuscito ad aggregare molti ragazzi dai 16 ai 18 anni che ogni sera ci aiutano. Mi sento il nonno di tutti loro”. Una cosa è certa: se è vero che l’impegno di ognuna di queste persone rende la Festa tanto piacevole per quanti vi partecipano da “spettatori”, è altrettanto vero che il volontariato fa bene anche a chi lo fa!
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