E’ nata una nuova tangenziale ma, per ora, non la percorre anima viva. All’inizio del mese di febbraio, via Cavata è stata riaperta al traffico dopo i lavori di ristrutturazione e ampliamento approvati dalla Giunta Comunale a fine 2008 e iniziati nel settembre 2009. Costo: 1 milione e 800mila euro. Là dove, all’altezza di via Rocchini, la strada formava un’ansa seguendo l’andamento del fosso ora è stato costruito un nuovo tratto stradale largo 8 metri, che tira dritto fino a via Griduzza. La costruzione della nuova strada ha avuto sicuramente un forte impatto sul paesaggio attualmente esclusivamente agricolo, portando inquinamento, ma non è ancora risultata utile ai fini dello snellimento del traffico in altre arterie della città. I monitoraggi dei flussi di traffico effettuati dalla redazione di Tempo in questo primo mese non hanno sicuramente un valore scientifico ma forniscono indicazioni importanti. Le postazioni, alla stessa ora e negli stessi giorni, ci hanno indotto a una considerazione: via Cavata è pressoché deserta, frequentata da pochi veicoli e non più grandi di un furgone. Può darsi che il percorso sia ancora poco conosciuto, ma è più probabile che i mezzi pesanti lo evitino perché impraticabile: nelle intenzioni di chi l’ha voluta, la nuova via Cavata avrebbe consentito di collegare in modo più veloce e sicuro la provinciale Carpi-Ravarino e via Griduzza modificando la circolazione stradale nella Zona Est della città. “Questa nuova arteria consentirà un importante deflusso del traffico pesante diretto verso Soliera-Modena, che non dovrà più transitare per Cibeno Pile” ha dichiarato l’assessore al Traffico D’Addese. Per vedere quei benefici occorrerà attendere l’allargamento di via Griduzza perché, ad oggi, stretta com’è, per i mezzi pesanti che arrivano da via Cavata, è un imbuto inaccessibile. L’intervento su via Griduzza è previsto entro il 2012 e costerà 1 milione e 200mila euro. “E’ stata data priorità – spiega D’Addese – al collegamento posto ad est che collega la parte sud della città alla bretella nord poiché i dati di traffico sono abbastanza significativi. In questo modo, con il completamento dell’anello ad est, si potrà convogliare il traffico proveniente da Bomporto e Soliera diretto a nord evitando così l’attraversamento delle via Marx, Biondo, Ariosto e Roosvelt”. Via Roosvelt resta trafficatissima: non ci sono autoarticolati ma sono tante le auto che accedono alla città o che ne escono. (Mentre in via Cavata, tra un’auto e l’altra, c’è il tempo di un pisolino, lungo via Roosvelt le auto ci sfuggono nell’annotare le crocette sul taccuino). C’è traffico anche sulla faraonica Bretella Nord, inaugurata nel luglio del 2006 e costata 11 milioni e 700mila euro ma, dalla rotonda, pochi proseguono lungo via Griduzza per arrivare in via Cavata. Ma dove si sono cacciati autoarticolati e bilici? Dove scorre il traffico pesante di cui sino a ora non s’è vista traccia? Eccolo dov’è: sulla Statale Romana Nord intasata all’inverosimile e ingombrata da camion immensi che trasportano di tutto: provengono dall’autostrada o dalla città di Modena e percorrono la Tangenziale Losi fino a Fossoli e oltre. Chi abita nella frazione rileva difficoltà nell’immettersi sulla Romana Nord perché ad alta densità di traffico. Chi percorre la Tangenziale Losi la trova rallentata e ingolfata, in particolare all’altezza del polo scolastico. E sarà così ancora per anni: per vedere realizzato il prolungamento di via dell’Industria, da via Guastalla alla zona autotrasportatori di Fossoli, bisognerà attendere. Solo allora l’anello della viabilità tangenziale cittadina potrà considerarsi chiuso.
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