Export: Carpi in difficoltà

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Tassi di crescita sostenuti per le esportazioni in Turchia (+53,4%), Hong Kong (+30,5%), Iran
(81,2%) e Sudafrica (81,2%).
Sono i dati che colpiscono di più leggendo l’aggiornamento trimestrale del monitoraggio sui
distretti industriali dell’Emilia-Romagna, del servizio studi di Intesa Sanpaolo per Carisbo e Cariromagna.
Nel secondo trimestre (i dati sono al 30 giugno) si consolida la ripresa dell’export. Chiudono con segno più otto distretti su quattordici. E gli incrementi più forti, superiori al 30% 8tendenziale), lo registrano i mobili imbottiti di Forlì e l’abbigliamento di Rimini.
Si conferma inoltre la ripresa delle piastrelle di Sassuolo, primo distretto della regione per volume di export, dopo un biennio difficilissimo.
Cresce anche il numero dei mercati; si conferma il buon andamento delle vendite sui mercati di Cina e India (che hanno sostenuto l’export nelle fasi più acute della crisi); e si consolidano i segnali di recupero sui mercati di sbocco tradizionali, come Francia e Germania,in crescita.
Ma se ci sono luci, ci sono anche ombre.
L’Emilia-Romagna mostra un recupero più difficile e lento rispetto alla media distrettuale italiana: 4,4% tendenziale contro il 13,8% della media italiana nel secondo trimestre 2010. Soffrono su tutti, la maglieria e abbigliamento di Carpi, e la meccanica. Quest’ultimo settore, duramente colpito dalla crisi, nonostante stia mostrando un sensibile recupero a livello nazionale, solo parzialmente riuscirà a compensare nel breve periodo le perdite subite. L’export dei primi sei mesi del 2010 di macchine agricole di Modena e Reggio Emilia e di quelle per il legno di Rimini si posizionano su valori inferiori al 40% rispetto allo stesso periodo 2008.
Rimane inoltre critica la situazione del mercato del lavoro: cala la cassa integrazione ordinaria, ma continuano a crescere le richieste per quella straordinaria ed in deroga.