I cortilesi andranno in Consiglio per dire no al trasferimento dei nomadi nella frazione

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Lunedì 4 novembre si è formalmente costituito il Comitato per Cortile. Un gruppo di persone che, in modo permanente, si pone l’obiettivo di vigilare sulla frazione, per tutelare l’interesse dei propri concittadini e porsi quale interlocutore strutturato di fronte alle istituzioni. “Il nostro scopo – spiega il portavoce del comitato, Vanel Salati – è quello di portare le istanze, i bisogni e le proposte della frazione alle istituzioni locali”. Ora al centro dell’azione del comitato e del suo direttivo vi è il paventato trasferimento dei nomadi a Cortile, in via Fuochi e nella ex scuola frazionale. “Ci teniamo a ribadire che non è nostra intenzione prestare il fianco a derive razziste. Le nostre preoccupazioni sono di ben altro genere e continueremo a invitare il sindaco Enrico Campedelli a modificare l’ordinanza di sgombero del campo di via Nuova Ponente, affinché si possano trovare delle soluzioni alternative condivise e partecipate dalla cittadinanza”, prosegue Salati. Intanto giovedì 7 novembre, il Comitato, guidato dal presidente Stefano Facciolo, titolare dei Laghi Anna, si presenterà a Palazzo Scacchetti, durante il Consiglio Comunale per perorare la propria causa: “tutti sono invitati a partecipare al presidio che inizierà alle ore 19,30 per manifestare il proprio dissenso nei confronti della decisione di trasferire i nomadi a Cortile”, conclude Salati. “Il nostro obiettivo è da un lato sensibilizzare la comunità carpigiana sull’importanza di superare il Campo Nomadi, far conoscere le problematiche legate a tale trasferimento e quelle della frazione e, al contempo, – aggiunge il presidente Facciolo – invitare i nostri amministratori a trovare una soluzione che tenga conto del rispetto e delle esigenze dei sinti e della comunità carpigiana. Ciascuno di noi è convinto che l’area di via Nuova Ponente debba essere superata ma il trasferimento delle famiglie nomadi a Cortile, come in altre frazioni, rappresenta nuovamente una forma di isolamento e ghettizzazione inaccettabili e non risolve il problema alla radice”. Il campo di Carpi versa in condizioni igienico-sanitarie a dir poco spaventose e questa è un’altra fonte di preoccupazione per i cortilesi: “siamo giunti a uno stato emergenziale di carattere sanitario a causa della latitanza del controllore che, malgrado la perenne erogazione di fondi, ha omesso di verificare l’effettivo rispetto delle regole”, spiega il direttivo del comitato. A Cortile, così come in nessun’altra frazione del comprensorio comunale “possono essere collocati i sinti sgomberati. Se così fosse – continuano – non troverebbe alcun accoglimento la tesi avanzata dall’assessore alle Politiche Sociali, Alberto Bellelli, secondo la quale è necessario promuovere la scolarizzazione dei bambini e dare un’adeguata assistenza sociale ad anziani e bisognosi. La delocalizzazione in un’area periferica infatti, renderebbe ancor più complesso e oneroso il raggiungimento di questi importanti obiettivi”.
Jessica Bianchi