Una squadra fortissima

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La comunità scientifica è concorde nell’affermare che il miglior approccio alla cura dell’ictus cerebrale, sia questo ischemico o emorragico, è rappresentato dalla Stroke Unit. Una struttura organizzativa specializzata per la presa in carico dei pazienti colpiti da ictus, con particolare riguardo per la fase acuta, cioè nelle prime 48 ore. La Stroke di Carpi – che consta di 6 posti letto dedicati – è un’area definita con medici neurologi e infermieri altamente specializzati, dove la riabilitazione del paziente è multidisciplinare e personalizzata.
“Una diagnosi precisa e una riabilitazione neurologica nella fase acuta dei pazienti colpiti da ictus, dispensate in una struttura specializzata come la Stroke Unit, riducono la mortalità del 3% e le invalidità residue del 5%”, spiega il primario del Reparto di Neurologia, Gabriele Greco. Numeri significativi, soprattutto se pensiamo che nell’Unità del Ramazzini, “l’occupazione dei posti letti è di oltre il 90%, con 300/350 ricoveri all’anno”. Di questi, “il 20%, circa 50/60 pazienti l’anno, gravita poi sul Reparto di Medicina Riabilitativa, per un periodo che va dai 6 ai 18 mesi”, aggiunge il dottor Massimo Albuzza. Un approccio al paziente colpito da ictus, “completamente integrato”, sottolinea il direttore dell’Ospedale di Carpi, Teresa Pesi. “Un lavoro di squadra sinergico, per garantire al malato un percorso di assistenza a tutto tondo, dalla presa in carico in acuto alla riabilitazione”. A rafforzare ulteriormente questa collaborazione multidisciplinare ci ha pensato Alice (Associazione Lotta all’Ictus Celebrale) con una donazione di 17mila euro. Denaro utilizzato per acquistare una nuova centralina informatica che permette di visualizzare sullo schermo del computer i parametri vitali dei pazienti colpiti da ictus ricoverati nella Stroke Unit di Neurologia, oltre a cinque lettini elettrici regolabili e diversi deambulatori per la Medicina Riabilitativa. “Traendo linfa vitale dalla grande generosità dei cittadini carpigiani, dalle imprese e dalle associazioni che operano sul territorio –  sottolinea Maurizio Calestrini, presidente di Alice – siamo riusciti a dare il nostro contributo per migliorare la qualità dell’offerta dei servizi ospedalieri della città. Siamo una realtà piccola, composta di una quarantina di volontari e circa 200 soci, ma abbiamo un grande mandato, quello di fare prevenzione”.  “La nuova centralina – spiega il dottor Greco – consente di visualizzare i parametri vitali del paziente in tempo reale e di controllare, in modalità remota, le condizioni di tutti i ricoverati contemporaneamente nella Stroke Unit. Un aiuto concreto per l’infermiere dedicato all’unità che consente maggiore efficacia, sicurezza e celerità di intervento”. “Una donazione preziosa – gli fa eco il dottor Albuzza – che ci ha permesso di dismettere materiale ormai obsoleto che non permetteva ai fisioterapisti di lavorare al meglio coi pazienti che accedono alla Medicina Riabilitativa in regime ambulatoriale. I cinque nuovi lettini elettrici sono regolabili in altezza e assicurano la massima comodità sia per i pazienti che per gli operatori”.
Jessica Bianchi

 

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