L’ultima spiaggia della disperazione

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“Noi rappresentiamo l’approdo. L’ultima spiaggia alla quale rivolgersi in cerca di una soluzione” commenta Alessandro Gibertoni di Porta Aperta. Sta di fatto che, quell’ultima carta, è un numero sempre maggiore di famiglie a giocarsela. I contorni dell’emergenza abitativa a Carpi si allargano sempre più: italiani, stranieri, giovani e anziani, la crisi sta trasversalmente colpendo tutti. “Molti nuclei di origine straniera – prosegue Gibertoni – sono stati costretti a rientri dolorosi nei paesi d’origine”. La crisi e la conseguente perdita del lavoro prima e, spesso, della casa poi, hanno letteralmente sgretolato le certezze che negli anni scorsi animavano i migranti: “le coppie con figli piccoli sono tornate a casa, mentre quelle con figli scolarizzati, stanno perlopiù tentando di tener duro per far loro terminare gli studi”. A diminuire, sono anche le donne provenienti dai paesi dell’Est Europa, “probabilmente a causa di una saturazione del mercato e alla difficoltà legata al reperimento di un lavoro”. A partire dalla nostra città sono anche molte famiglie originarie del Sud Italia alla prese con la perdita del posto di lavoro, le quali preferiscono tornare “laddove i costi legati alla casa sono meno sostenuti e dove, spesso, c’è una rete parentale in grado di sostenerle”, aggiunge Stefano Facchini.
A Carpi sta emergendo con forza anche un fenomeno nuovo: la convivenza forzata di più nuclei famigliari numerosi o, al contrario di uomini soli, perlopiù padri separati, che condividono lo stesso tetto per ridurre al minimo le spese. Persone disposte a barattare la propria libertà per fronteggiare le difficoltà: “anno dopo anno, la situazione si fa più drammatica. I debiti accumulati aumentano  sino a diventare inaffrontabili. Il sisma ha poi ulteriormente aggravato alcune situazioni debitorie: dopo la momentanea sospensione dei pagamenti delle utenze, certe famiglie si sono viste recapitare bollette salatissime che non sono riuscite a onorare”. Utenze staccate, ingiunzioni di sfratto a causa del mancato pagamento di mutui e canoni di locazione si moltiplicano, “situazioni talmente incancrenite – spiega Facchini – dalle quali è molto complicato uscire”. Il problema casa sta contagiando fette di popolazione sempre più ampie, anziani compresi: “persone che, pur possedendo un’abitazione, non riescono a far fronte alle spese di mantenimento con la loro pensione”. Degli 860 nuclei famigliari che hanno allungato una mano, in cerca di aiuto, a Porta Aperta, lo scorso anno, 286 si sono presentati per la prima volta. Solo il 9% del totale ha una casa di proprietà, mentre il 60% dichiara di essere in affitto. Tra le situazioni descritte ve ne sono alcune particolarmente allarmanti: 130 persone hanno detto di vivere in domicili di fortuna, 5 di dormire in auto e 11 di essere privi di un alloggio. “Abbiamo deciso di compiere una mappatura ancor più precisa dei nostri utenti relativamente alla questione casa per comprendere il più possibile le dimensioni del problema e le reali dinamiche della povertà nella nostra città”, conclude Gibertoni. Numeri che faranno certamente rabbrividire ma che, purtroppo, rappresenteranno solo una parte dell’emergenza.
Jessica Bianchi

 

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