Tutti contrari allo sbarco di Esselunga (Comune a parte…)

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E’ questione di qualche mese poi tutto sarà pronto. Il grande centro commerciale in costruzione all’Appalto aprirà nella prossima primavera e avrà  come marchio quello di Esselunga, la catena della grande distribuzione privata diffusa a livello nazionale.
Il 20 novembre è caduto l’ultimo veto alla concessione dell’autorizzazione ad aprire il nuovo centro commerciale di 4.400 metri quadrati di superficie, di cui 2mila destinati ai generi alimentari. Ed è caduto anche il velo sul nome del gestore del maxi insediamento, nome tenuto nascosto sinora. Si tratta appunto della catena commerciale di Bernardo Caprotti, noto ai modenesi per la sua lunga battaglia legale con l’ex sindaco di Modena Pighi il quale ha fatto di tutto per contrastarlo nel suo tentativo di aprire un supermercato alla Sacca, sull’area di sua proprietà dell’ex Consorzio Agrario. A Soliera invece non vi sono stati ostacoli amministrativi: il Comune ha detto sì al rilascio della concessione insieme a Provincia e Regione e, nell’incontro del 20 novembre nella sede del Municipio di Carpi, i tre enti locali – tutti d’accordo – hanno dato il via libera all’apertura del polo commerciale. A fronte di questo sì, si è contrapposto il deciso no delle associazioni dei commercianti, dei rappresentanti cioè della rete commerciale esistente, dei gestori dei negozi di Carpi e Soliera i quali si erano opposti sin dal primo momento all’ipotesi di consentire l’apertura di un ennesimo maxi supermercato essendovene altri analoghi nel giro di pochi chilometri, come il Borgogioioso a Carpi e il Grande Emilia a Modena. E dell’esistenza, a fianco di questi grandi centri commerciali, di tanti supermercati di proporzioni minori.
“E’ stata un pazzia consentire l’apertura di questo nuovo supermercato – sbotta deciso Massimiliano Siligardi, direttore della Confesercenti carpigiana – non ha senso realizzare questa maxi opera quando gli acquisti dei cittadini sono in picchiata, i consumi in calo e con una guerra già in atto tra grandi marchi per trattenere i clienti, resistere alla crisi e alla recessione economica. E questo a scapito della rete commerciale piccola e media che  fatica a reggere la concorrenza e il peso delle tasse e delle imposte statali e comunali. E non ci vengano a raccontare storie – incalza Siligardi – il momento di recessione in atto è tale che era logico pensare a un  momento di sospensione nell’autorizzazione che Comune, Provincia e Regione all’unisono e senza tentennamenti  hanno invece dato. Anche perché, se è vero che vi saranno nuove assunzioni, quanti posti perderemo nei negozi alimentari (e non) i quali, nel frattempo, avranno chiuso o saranno costretti a farlo, affossati dalla concorrenza dei grandi? Certamente molti di più e, dunque, il saldo sarà comunque negativo sul numero di occupati e disoccupati”. Non meno duro e categorico Massimo Fontanarosa, direttore di Confcommercio di Carpi: “nonostante la lamentele e le  osservazioni contrarie delle associazioni dei commercianti e di Rete Impresa Italia (a conferma che gli enti locali ci ascoltano per cortesia ma poi decidono come fa loro più comodo), si è voluto testardamente andare avanti con una decisione evidentemente già presa dall’alto e in altre sedi, la quale ora determina una serie di problemi. Il primo è quello della viabilità. Vi immaginate nelle ore di punta la paralisi del traffico che si verificherà alla rotonda di Appalto con le auto da e per Modena e Soliera che si incontreranno  con quelle in entrata o in uscita dal centro commerciale? Già adesso quella rotonda è stretta e pericolosa, figuriamoci quando dovrà sopportare picchi di traffico automobilistico maggiori: persino il Comune di Soliera, di fronte a questa osservazione, non ha negato l’esistenza del problema rinviando comunque ogni decisione in merito. Il secondo è quello della saturazione del mercato della grande distribuzione: aprire un nuovo polo significa mettere definitivamente in ginocchio la rete commerciale tradizionale con gravi ripercussioni occupazionali, chiusure e fallimenti di negozi e attività commerciali medio-piccole. Infine, la progressiva chiusura di negozi storici sopraffatti dall’invadenza dei supermercati. Tutti sostengono che serrande abbassate e luci spente di sera portano alla progressiva desertificazione dei centri storici con conseguente aumento della criminalità, dell’emarginazione e dell’impoverimento del tessuto cittadino.  E’ mai possibile che i nostri amministratori comunali, provinciali e regionali non si pongano o non si siano posti questi semplici ed elementari interrogativi?”.
Ce n’è abbastanza per alimentare nuove critiche e polemiche che sorgeranno sul nuovo insediamento di Appalto da qui alla sua apertura.
Cesare Pradella
 

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