Per amore del rugby è finito a Remedello, un comune di poco più di tremila abitanti in provincia di Brescia. Un bel salto rispetto alla realtà di Carpi dove è nato e cresciuto e dove ha lasciato la famiglia e gli amici ma l’opportunità era di quelle da non lasciarsi scappare. Per questo Matteo Nocera, sedici anni, ha detto sì quando ha saputo di essere stato scelto tra i 252 selezionati dalle accademie federali zonali. Destinato a Remedello, lì frequenterà l’Accademia di rugby per i prossimi due anni. Organizzato per club, il rugby italiano si è strutturato a livello federale per garantire, attraverso le accademie, numero e qualità degli allenamenti sufficienti alla crescita di giocatori di alto livello. L’atleta rimane a disposizione della sua squadra e il club ne ricava una crescita individuale importante. “Avevo otto anni quando ho iniziato a giocare a rugby con il Minirugby a Carpi” ricorda Matteo che poi ha proseguito la sua esperienza a Modena nelle varie categorie giovanili e con il Modena Rugby tuttora gioca. A partire dalla fine dello scorso mese di gennaio è stato convocato ogni mese a Calvisano per affrontare un allenamento: “ogni volta verificavano aspetti tecnici diversi e la presenza delle caratteristiche fisiche necessarie e, progressivamente, eravamo in numero sempre minore”.
Quando ha saputo di essere stato selezionato ha deciso di non farsi scappare quell’opportunità, come esperienza di vita, e per il suo fisico, “perché ho bisogno di un allenamento costante per tenermi controllato”. A Remedello la giornata inizia alle 5.30 del mattino perché dalle 6 alle 7 è prevista un’ora di palestra prima di entrare in classe per le lezioni dalle 8 alle 13 (“le materie sono le stesse del Convitto Corso di Correggio”) e poi tornare in palestra dalle 15 alle 16 e, infine, trasferirsi a Calvisano per gli allenamenti di rugby fino alle 18.30. Alle 20.20 viene servita la cena e poi tutti a letto. Una vita dura per un ragazzo di sedici anni, ma a Matteo le motivazioni non mancano: “i primi giorni sono stati un po’ duri e abbandonare la dolce casa è stato il sacrificio maggiore ma la mia famiglia è orgogliosa di me”.
Cosa ti piace di più del rugby?
“Poter sfruttare il mio fisico, il placcaggio, il coraggio e la grinta”.
Il tuo campione di rugby preferito?
“Richie Mc Caw, una terza linea, come me”.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Vorrei aprire un ristorante oppure entrare nella Nazionale di Rugby”.
Sara Gelli