Il richiamo del Sud Africa

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Si intitola Io e tutti gli altri abitanti di Atlantide il nuovo progetto artistico del pittore carpigiano Andrea Saltini, classe 1974,  impegnato in Sud Africa per alcune settimane. Con un’insopprimibile energia creativa che porta con sé sin da bambino e una consolidata maturità artistica, Andrea Saltini, dotato di grande talento, il 15 ottobre è partito alla volta dell’estremo sud del continente africano per realizzare una nuova serie di opere.
Di cosa si tratta?
“Non è la solita residenza d’artista, ma un vero e proprio “artist retreat”, ovvero un ritiro della durata di 20 giorni che mi permetterà di produrre il progetto in questione.  Il luogo prescelto è Port St Francis: un ex villaggio di pescatori, che con gli anni si è trasformato in un piccolo porto, situato all’interno della St Francis Bay, Easten Cape. Il progetto è prodotto da Imaginarium Studio, una nota galleria delle sorelle Alouette e Alvira Ferreira, che mi offrono vitto, alloggio e uno spazio di lavoro completo di tutto ciò di cui avrò bisogno per la produzione delle opere.  Gli ultimi giorni terminerò i lavori in open studio, per dare la possibilità ai clienti locali della galleria di poter vedere le opere in anteprima. Tutta la produzione verrà poi acquistata direttamente da Imaginarium Studio”.
Qual è il tema della serie?
“Dal momento che mi è stato imposto per contratto il diritto totale di esclusiva sulle immagini del lavoro, ho suddiviso il progetto in due parti. La prima dal titolo L’Elenco Telefonico di Atlantide, iniziata a casa e che comprende un vero e proprio diario del progetto redatto nei minimi particolari: appunti disegnati di idee e fantasie da approfondire, osservazioni e la cronaca del viaggio. Questa prima parte avrà un risvolto social, poiché ne pubblicherò alcune parti in Rete, su Facebook e sul mio blog. La seconda parte è il progetto vero e proprio Io e tutti gli altri abitanti di Atlantide che si compone di 8/10 opere su tavola e tela, di cui tre di grande formato, due medie e le rimanenti piccole.  Sostanzialmente, la serie interpreta il paradosso del mentitore del mio amato Ludwing Wittgenstein: “se posso mentire, perché dovrei affermare il vero?”, dove la mitica Atlantide va intesa come sublimata nel concetto stesso di paradosso”.
Stilisticamente come viene sviluppata la serie?
“Visivamente l’intenzione è proseguire con la mia ricerca tra monocromatismo e colore, luce e ombra, figurazione e astrazione con chiari riferimenti a Rembrandt, Hokusai, Toyohiro, Dürer, Picasso e Blake. La serie apparirà come una vera e propria parata, una galleria di oggetti e contenuti, una selva proterva di personaggi dipinti, ammutinati e ribelli senza pazzia, di strigliacavalli e cruscanti della rivolta, di maschi astemi, femmine angeliche e berlingozze, Napoleoni e Giovanne D’Arco veri e presunti che, da bravo collagista incaricherò di esaudire o di amplificare, a seconda dei casi, di dar prova o interpretazione ai grandi interrogativi che ossessionano il mio essere uomo e vittima di questo tempo”.  
Lei è ormai un artista affermato che ha collezionato ambiti riconoscimenti tra cui la partecipazione alla 55esima Biennale D’Arte di Venezia nel 2013, ma quali sono state le sue prime esperienze artistiche?
“Dopo una breve esperienza all’Istituto Tecnico Aeronautico sono approdato all’Istituto d’Arte e da quel momento della mania dell’arte ho fatto la mia vita.
Ho iniziato con la decorazione su ceramica, i patterns per la moda carpigiana, performance e video, senza mai smettere di dipingere. Naturalmente per diversi anni mi sono dovuto arrangiare tra vari mestieri: rappresentante porta a porta, magazziniere edile, autista.  Non è stato un percorso facile e la provincia ha sicuramente giocato un ruolo negativo, ma non mi sono fatto pungere dalle zanzare”.
Quali altri progetti ha in serbo?
“Oltre all’esposizione presso il TIAF di Londra e l’Art Zurich 2015, sono stato selezionato dal programma internazionale di residenza artistica ACE Fundacion Para El Arte Contemporaneo, e nel 2016 mi recherò per un mese a Buenos Aires dove produrrò in open studio una nuova mostra”.
Chiara Sorrentino

 

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