Hanno ancora gli occhi brillanti e il cuore leggero i trenta cantanti carpigiani della Corale Giuseppe Savani di ritorno da Pechino. Un’avventura, quella appena vissuta, a dir poco straordinaria: “la nostra prima trasferta intercontinentale”, sorride il Maestro Giampaolo Violi. Un anno, il 2016, che resterà nella storia del gruppo nato 41 anni fa: dal 6 all’11 luglio la Corale è infatti volata in Cina per mettere in scena due repliche dello spettacolo coreografico Brevi danze giovanili, di Virgilio Sieni, nell’ambito del 7th Beijing Nanluoguxian Performing Arts Festival. Una preziosa e inaspettata opportunità nata, come tutte le cose belle, quasi per caso. In punta di piedi. “Lo scorso anno, seduto tra il pubblico della rassegna dell’Emilia Romagna Teatro Fondazione, Vie Festival, vi era anche Wang Xiang, mecenate teatrale pechinese, nonché proprietario e direttore artistico del Penghao Theatre, uno dei primi teatri a gestione privata della capitale cinese, inserito all’interno di un tipico hutong, gli stretti e caratteristici vicoletti che collegano le antiche casine di Pechino. Mister Xiang è rimasto talmente colpito dalla rappresentazione dello spettacolo da voler invitare tutti noi, una cinquantina di persone tra coristi, coreuti, tecnici, coreografi e rappresentanti amministrativi, in Cina. E’ solo grazie alla sua determinazione e generosità che questo viaggio è stato possibile”, prosegue il direttore Violi. “E’ stata un’esperienza a dir poco stupefacente. Straordinaria. Sono convinto che ognuno di noi conserverà vivo nel cuore il ricordo di questa avventura. Cantare di fronte a ottocento persone a ottomila chilometri da casa, all’interno di un festival tanto prestigioso, per un coro amatoriale come il nostro, è un enorme passo avanti. Un’emozione indescrivibile”, racconta il presidente della Savani, William Stefani. Abituata a esibirsi in ogni angolo d’Europa, per la Corale Savani questo è stato un vero balzo in avanti, come sottolinea Guido Malagoli: “insomma un conto è cantare in Germania, Francia, Portogallo, Spagna… ma la Cina è un’altra cosa. Un’emozione nuova. Diversa”. La corale si è esibita venerdì 8 e sabato 9 luglio all’interno del Teatro del Palazzo Culturale delle Nazionalità: sulla scena gli interpreti, persone comuni, giovani e anziani, si incontrano a coppie. Ogni danza risveglia negli interpreti risonanze e movimenti. Appare così un ballo che nasce dallo sguardo sull’altro, dall’idea di impronta e vicinanza, da una costante ricerca del senso di comunità. La Corale Savani, composta da sessanta elementi (di cui la 28enne Stefania è la più giovane, mentre Iolanda Battini, coi suoi 86 anni, è la più âgé) modula ogni duetto assorbendone le intuizioni coreografiche secondo un sistema polifonico di accenni sonori che continuamente si dileguano in canzoni appena accennate. “Le musiche che accompagnano i nove duetti – spiega Stefani – sono perlopiù originali e composte dal Maestro Violi, con qualche strizzatina d’occhio alla musica d’avanguardia, a Bach, ai Pink Floyd e alla musica tradizionale francese… la corale, che oltre a cantare partecipa all’azione scenica attraverso la potenza del gesto, accompagna il pubblico in un viaggio musicale eterogeneo e affascinante”. L’impatto con la megalopoli cinese è stato fortissimo. Indimenticabile. “Per me è stato un ritorno – racconta il presidente – avevo visto Pechino oltre dieci anni fa. Mi sono ritrovato davanti una città completamente mutata: piena di traffico e di auto, anche se i trasporti su tre ruote sono ancora molto diffusi. Hutong e grattacieli ricoperti di videowall convivono, compenetrandosi e rendendo la città estremamente affascinante. Sui marciapiedi degli hutong brulica la vita… ci trovi dentisti, parrucchieri, meccanici, venditori di cibo di ogni sorta. Prima erano ovunque, mentre ora sono confinati nelle viuzze più strette, quelle maggiormente caratteristiche che rendono l’atmosfera davvero speciale. Ci si cala davvero in un mondo altro”. L’aria invece, è pressoché irrespirabile, prosegue il Maestro Violi: “il cielo, il sole… tutto appare sfumato. Avvolto da un alone di insopportabile umidità e smog. Non appena atterrati ci siamo domandati, preoccupati, se saremmo riusciti a cantare in quelle condizioni. Fortunatamente tutto è andato per il meglio”. Tra uno spettacolo e l’altro, il gruppo si è potuto dedicare anche a qualche fugace visita alle principali attrazioni turistiche cittadine: dalla Grande Muraglia alla Città Proibita, dal Tempio del Cielo al Palazzo d’estate. Trattati come vere e proprie star, coristi e coreuti hanno assaporato il gusto della celebrità: “tutti ci guardavano meravigliati, ci fotografavano e ci chiedevano di fare un selfie insieme. Molti dei turisti di Pechino sono cinesi provenienti perlopiù dalle zone rurali: noi eravamo i primi occidentali che avessero mai visto. Sul lago che circonda il Palazzo d’estate, tra uno scatto e l’altro, ci è scappata persino una cantatina estemporanea… Anche durante la visita a Piazza Tienanmen la folla ci fotografava come fossimo celebrità: da montarci la testa…”, commenta divertito Giampaolo Violi. Particolarmente commovente il commiato finale: “dopo averci offerto un’ottima cena mongola – conclude Violi – Mr. Wang ci ha abbracciati uno a uno, assicurandoci che sarà a Modena, in ottobre, per assistere al debutto del nostro nuovo spettacolo Ballo_1890, ispirato al pittore Giorgio Morandi…”. Che sia l’inizio di una nuova avventura? In oltre quarant’anni, la Corale ha percorso molte strade, “mutando geneticamente”, ridono William e Guido, aprendosi al nuovo, all’altro. Ora la sfida, la più ardua, è una sola: far innamorare i più giovani e farli cantare!
Jessica Bianchi