Il mito dei Dioscuri va in scena a Carpi

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Il fenomeno della gemellarità ha suscitato nell'immaginario collettivo fantasie, curiosità e timori. Il mistero che circonda la condizione gemellare e il fascino che ancora oggi esercita sono probabilmente riconducibili alla messa in discussione del nostro senso di unicità e, di conseguenza, alla sua intima connessione al tema dell'identità. La relazione gemellare è un legame unico, non paragonabile per livello di intimità ed intensità a nessun altro tipo di rapporto interpersonale. Quella tra gemelli è una comunicazione stretta, totale, che inizia già nella vita intrauterina: fin dagli stadi più precoci della gravidanza infatti, i gemelli mostrano specifici modelli di interazione di coppia che si mantengono, seppur con alcune differenze, anche dopo la nascita. Il mito di Castore e Polluce è il primo esempio di “essere insieme da sempre”. Chiunque però vi abbia il merito d’una tale amicizia, lo ringrazio infinitamente, perché la nostra relazione è tanto stretta che dopo morti saremo certo annoverati fra le coppie indissolubili d’Amici, come in questo caso Castore e Polluce. Se però in tale congiuntura ci trasformeremo in istelle, ciò non sarà certo nella Costellazione d’Amore.
Il mito dei Dioscuri, Castore e Polluce, narra delle vicende dei due eroi gemelli, figli di Leda e di Zeus, unitosi a lei sotto forma di cigno. I due gemelli andarono sempre armoniosamente d’accordo: alla morte di Castore, per non separarsi dal fratello, Polluce rinunciò a metà della propria immortalità e così ottennero di trascorrere insieme un giorno agli inferi e uno presso il padre Zeus. Castore era rappresentato come abilissimo domatore di cavalli, Polluce come bravo pugilatore e cavallerizzo. Essi erano divinità benefiche che soccorrevano i combattenti e i marinai. La leggenda sull’origine della Costellazione dei Gemelli narra che, dopo tante imprese eroiche sempre insieme, i due gemelli, un giorno, ingaggiarono una lotta con i due figli del re Afareo, per la divisione d’una mandria di buoi. Castore fu ucciso e Polluce addolorato per la morte del fratello, da cui non avrebbe voluto staccarsi mai, pregò Giove di far morire anche lui. Ciò non poteva avvenire perché egli era immortale, ma tanto implorò e pianse che Giove volle accontentarlo e pose i due gemelli, che tanto si amavano, su nel cielo nella bella costellazione zodiacale, situata nell’emisfero celeste boreale, nella quale Polluce rappresenta la stella più splendente di colore giallo-arancio, mentre Castore è la seconda stella per splendore di colore bianco. La performance scenica si rifà al tema del legame gemellare, reso commovente ed emozionante attraverso le origini della tragedia greca. Ciò che caratterizzerà la performance saranno: la danza, la maschera e il coro mimico; connubio dionisiaco del teatro classico. Dioniso, “Dio del corpo e della sua grande ragione” (Nietzsche), incarnazione dell’emozione  che trova appunto nella danza, nel coro il vertice dell’espressività.
La performance di Teatro Danza, Dioscuri, del carpigano Luca Ghelfi, va in scena domenica 11 settembre, alle 21, presso il cortile di San Rocco.

Per prenotazioni e informazioni: Accademia d’arte drammatica WEDEKIND: 3428551558,
luca.ghelfi37@gmail.com – Ingresso OFFERTA LIBERA

 

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