All’auto ho detto addio!

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Non guida l’auto da almeno diciotto anni. Per scelta. Ha la patente ma si sposta in bicicletta. La carpigiana Cecilia Cavicchi, di professione architetto, mamma 44enne di tre figli, un giorno leggendo una rivista scientifica si è convinta della necessità di limitare l’uso dell’automobile che ha sostituito con la bicicletta.
Quando ha guidato l’auto l’ultima volta?
“Direi diciotto anni fa, se non ricordo male. Ho guidato per raggiungere un’amica di mia sorella che era arrivata in stazione a Carpi”.
Da quando ha fatto la scelta di usare prevalentemente la bici?
“Da sempre giro in bici. Tempo fa su una rivista scientifica ho letto che se per gli spostamenti ricompresi tra 0 e 5 chilometri  tutti usassero la bici si dimezzerebbero le emissioni inquinanti nelle città”.
Anche quando piove?
“Sì perché non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento”.
Qual è il tragitto più lungo che ha compiuto in bicicletta?
“Mi ricordo di quando andavo a Correggio in bici tutti i giorni attraversando le strade basse di campagna per preparare l’esame di maturità insieme ai miei compagni di classe. Ma forse il percorso più impegnativo è stato a Ibiza, dove ho trascorso le vacanze spostandomi in bici”.
A proposito di vacanze, come le trascorre chi usa la bici?
“Quest’anno abbiamo raggiunto l’Isola d’Elba con l’auto ma poi ci siamo spostati in bici per arrivare alle diverse spiagge. Naturalmente muniti di ombrellone ultralight. E ancora, con il treno raggiungiamo la casa di Riccione dove abbiamo le biciclette per muoverci e andare ovunque”.
E per fare la spesa?
“Vado in bicicletta due volte alla settimana e compro lo stretto necessario. In casa abbiamo installato l’impianto a osmosi e quindi non devo trasportare pesanti confezioni di bottiglie d’acqua”.
Le è mai capitato di trovarsi in difficoltà?
“Quando ho bucato a quattro chilometri da casa oppure quando sono rimasta a piedi al supermercato e sono dovuta arrivare a casa con le borse della spesa e Viola che era caricata sul seggiolino. Tutti incidenti di percorso superabili”.
Quali sono le motivazioni di fondo della sua scelta?
“Innanzitutto si tratta di una scelta di comodità nella fruizione della parte centrale della città dove si svolge la maggior parte della mia giornata. In secondo luogo è una scelta che mi permette di contribuire alla tutela dell’ambiente. Infine, perché no, consente un risparmio dal punto di vista economico poter fare a meno della seconda auto. Le spese che sostengo prendendo il taxi quattro volte all’anno non sono nemmeno paragonabili a quelle di una seconda automobile in famiglia”.
Che conseguenze ha questa scelta per la sua famiglia?
“Non è stato facile far comprendere ai miei figli (Filippo, 11 anni, Maddalena, 10 e Viola, 7) le ragioni della mia scelta ma, con tanta pazienza, sembra che abbiano capito che lo smog è dannoso per la salute e si lamentano solo quando il tempo è brutto. Si tratta comunque di una scelta condivisa con mio marito che, come me, usa la bici quando può perché il traffico infastidisce poi tutti alla fine. E’ più difficile convincere le nonne, preoccupate del fatto che i ragazzi possano prendere freddo andando in bici: per loro l’auto rappresenta una conquista alla quale è difficile rinunciare. Io invece ho frequentato l’Università a Ferrara, la patria delle bici, e mi sono detta che se avevo utilizzato la bicicletta in una città grande come Ferrara, sarei riuscita a farlo anche a Carpi”.
Quali sono le criticità a Carpi?
“Le ciclabili sono per la maggior parte ritagliate sulle strade in luoghi che non garantiscono la massima sicurezza. La banchina di via Guido Fassi realizzata di recente è un esempio: ci sono uscite e passi carrabili che possono rappresentare fonti di pericolo. Io apprezzo lo sforzo di grande attenzione per la nostra categoria ma ci sono piste ciclabili ricavate in sedi non nate per ospitarle e frutto di compromessi, come il tratto di ciclabile tra via Matteotti e viale Carducci, poco visibile ed estremamente rischioso per chi non ha i riflessi pronti. Eppure sono tanti gli anziani che circolano in bici… La manutenzione del manto stradale delle ciclabili potrebbe essere curata meglio: in Piazzale Marconi nel tratto per arrivare al semaforo prima del Parco delle Rimembranze la palladiana è tutta sollevata. Basta andare in bici per accorgersi di ciò che non va. Una cosa fatta bene è invece la rotatoria di viale Manzoni all’incrocio con la Remesina con l’attraversamento dedicato a bici e pedoni”.
Quali sono le soddisfazioni più grandi?
“Penso di conoscere meglio la città rispetto a chi va in macchina perché non devo rispettare percorsi obbligati e mi inoltro in zone a volte a me sconosciute scoprendo vie di cui non sapevo nemmeno l’esistenza e che in auto non vedresti mai. E poi, non c’è mai il problema del parcheggio”.
Sara Gelli