Commercio di armi e profughi: due facce della stessa medaglia

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“Dalla Relazione al Parlamento sulle esportazioni di armi (aprile 2017) si evince che l’Italia ha autorizzato nel 2016 esportazioni di armi nei Paesi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita per un valore di 8 miliardi e 563 milioni di euro, il 58,5% del valore totale delle esportazioni di armi nel 2016 (14,6 miliardi)”. A tale riguardo, il caso dell’attuale guerra in Yemen è, secondo i dati a disposizione dei promotori dell’incontro a Carpi sul commercio di armi, una violazione della legge 185/90: “nonostante i tentativi di sensibilizzare i vertici istituzionali e il Parlamento”,  afferma Marco Reguzzoni del Movimento dei Focolari e Movimento politico per l’Unità. Cominciando da alcuni dati di fatto: “le armi prodotte in un’azienda tedesca che ha sede nell’Iglesiente in Sardegna, sono state ritrovate in Arabia Saudita”. Più della metà delle esportazioni autorizzate nel 2016 sono destinate a Paesi coinvolti in una guerra, perché?
C’è qualcosa che non torna e, per affrontare le tante contraddizioni che riguardano anche l’interpretazione della legge 185/90,  è stata organizzata una conferenza a Carpi dal titolo Warkeeping. Commercio di armi, crisi e profughi: facce della stessa medaglia (domenica 28 gennaio, alle 16.30, in Sala Loria) promossa da numerose associazioni carpigiane che sono riuscite a fare rete: Movimento dei Focolari e Movimento politico per l’Unità, Azione Cattolica Italiana, Migrantes Carpi, Libera, Anpi, Banca e Finanza etica, Amnesty International, Udi, Festival della Migrazione.  Un’occasione per “cogliere la dimensione complessiva dei fenomeni e per comprendere che le cause delle migrazioni hanno implicazioni che ci riguardano direttamente” sottolinea Maurizio Maio di Migrantes Carpi. “Guerre e persecuzioni sono le cause principali che costringono milioni di persone a fuggire dalla loro terra: la maggioranza degli sfollati rimane in zone limitrofe al proprio Paese, altri profughi affrontano lunghi viaggi per approdare in Europa. Le guerre alimentano le migrazioni e questo ci chiama in causa direttamente”.
“Quanto siamo responsabili delle migrazioni?” chiede provocatoriamente Roberta Della Sala, segretaria della Consulta per l’Integrazione dell’Unione Terre d’Argine aggiungendo che, quando ci troviamo di fronte un richiedente asilo, il nostro sguardo deve oltrepassare i confini nazionali”.
In occasione della conferenza di domenica 28 gennaio interverranno: Maurizio Simoncelli, vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archio Disarmo IRIAD e docente presso il Master Nuovi orizzonti di cooperazione e diritto internazionale  della FOCSIV/Pontificia Università Lateranense, e Mariacristina Molfetta, antropologa culturale impegnata per più di 15 anni all’interno del mondo della cooperazione internazionale. Referente dell’Osservatorio permanente sui rifugiati Vie di fuga.
Sara Gelli

 

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