La schizofrenia del Consiglio Comunale: tra distruzione e promozione del verde


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Tutto e il contrario di tutto. La canicola estiva, evidentemente, non giova alle decisioni dei consiglieri comunali di Carpi.  Lo scorso 28 giugno il civico consesso ha di fatto dato il nullaosta all’azzeramento di una rilevante area verde vicina al passaggio a livello di via Due Ponti, autorizzando un gruppo di privati a presentare un piano particolareggiato per la costruzione di nuove palazzine ed, eventualmente, di una struttura commerciale alimentare di superficie di vendita fino a 1.500 metri quadrati  (ndr – Roberto Arletti del Gruppo Misto ha rammentato durante la discussione che nel quartiere “mancano i negozi di alimentari creando problemi a chi ci abita e auspicando dunque che qui ne sorga uno)”. I dettagli del progetto ancora non si conoscono ma i richiedenti hanno sei mesi di tempo (prorogabili di altri 6) per presentare il progetto, il quale dovrà poi tornare in Consiglio per il via libera a procedere. La delibera è stata sorprendentemente approvata all’unanimità, minoranze comprese. Che la fumata sulla creazione del Parco Lama fosse nera, lo sapevamo da tempo, quel che sfugge però è il perché a Carpi, rigenerazione e riqualificazione passino sempre e solo attraverso delle edificazioni ex novo. Da Berlino a Madrid, al contrario, nelle aree inutilizzate o dismesse fioriscono reti di orti urbani. Una zona di pregio come quella dell’Oltreferrovia non poteva essere valorizzata in altro modo? Pur giudicando positivamente il fatto che grazie allo ‘spacchettamento’ del vecchio PRU della stazione si siano abbassati di circa il 70% i volumi edificatori, il dubbio sorge comunque spontaneo: ha davvero senso continuare a costruire? Carpi necessita ancora di nuove abitazioni? La riqualificazione dell’esistente non è forse sufficiente a rispondere ai bisogni dei nuclei che nascono in città e si emancipano dalle famiglie di origine? Le minoranze, pur rilevando alcune criticità, a partire da un inevitabile congestionamento della viabilità in una zona già ingolfata, si difendono dicendo che non potevano esimersi dall’approvare la “riqualificazione di una zona degradata”. In realtà, il degrado riguarda soltanto l’edificio dell’ex Consorzio Agrario, per il quale, assicura l’assessore Simone Tosi “si sta lavorando per partecipare a un Bando regionale sulla Rigenerazione Urbana. L’area deve infatti mantenere una funzione pubblica, con servizi per la mobilità e alloggi destinati a politiche abitative e sociali. Si pensa poi a un collegamento ciclo pedonale tra via Due Ponti e via Tre Ponti e quando partiranno i lavori nell’area nasceranno anche parcheggi a servizio dei pendolari, con l’allungamento del sottopasso esistente in stazione e un sottopasso ciclo-pedonale sotto i binari. Se accederemo ai finanziamenti della Regione, potremmo decidere di acquistare lo stabile del Consorzio, da anni in mano a un fallimento, e farlo così diventare parte integrante di un contesto completamente riqualificato, al servizio della collettività”. Confidiamo che nessuno si accorga che il presunto “degrado” dell’Oltreferrovia sia quello in cui versa pressoché tutto il patrimonio edile delle nostre campagne: case diroccate e abbandonate che spiccano come ferite su un territorio agricolo incapace di attrarre nonostante la sua potenziale bellezza. Dopo aver definitivamente fatto naufragare l’ipotesi di Parco Lama, tra i banchi del civico consesso, il 12 luglio, è approdato quello della Capuccina, area a sud del cimitero urbano, tra via Lenin e via dei Cipressi, il quale ha incontrato  l’unanime favore dei consiglieri. “A breve – ha spiegato Tosi – avvieremo le procedure per l’esproprio di oltre 47mila mq di aree private: aggiungendosi a quelle di nostra proprietà, potremo connettere oltre 12 ettari. Un importante investimento perché tra gli oneri che serviranno per l’esproprio e quelli per la realizzazione del parco investiremo più di 850mila euro”. L’obiettivo? “Mettere al centro l’ambiente e la fruizione di spazi per i cittadini”. Quello della creazione di un grande parco urbano è un’idea che Tempo sostiene da tanto, correva l’anno 2009 quando lanciammo una campagna a favore della nascita di un’area verde di grandi dimensioni, e quindi ben venga il Parco della Cappuccina. Sarebbe però auspicabile che l’Amministrazione mettesse davvero al “centro l’ambiente”, tutelando il suolo, bene finito che merita d’essere salvaguardato da qualsivoglia grinfia speculativa.
Jessica Bianchi