Nell’anniversario dell’assassinio di don Francesco Venturelli sarà inaugurato il cippo commemorativo nel luogo del suo martirio lungo la strada che conduce alla chiesa madre di Fossoli. La cerimonia è in programma sabato 18 gennaio alle 18 e interverranno il vescovo Erio Castellucci, i sindaci Riccardo Righi di Carpi e Ruggero Baraldi di Rolo, dove risiedono alcuni dei familiari del sacerdote. Saranno presenti i gruppi scout dell’Agesci Zona di Carpi, poiché don Venturelli è stato promotore del fiorire dello scautismo in Diocesi esattamente cento anni fa, quando era cappellano a Mirandola. L’iniziativa è stata promossa dal Gruppo Scintilla Carpi e dalla Diocesi di Carpi.
Medaglia d’oro al valore civile, sacerdote molto caro ai carpigiani e ai fossolesi di cui è stato parroco, don Venturelli viene assassinato nella notte del 15 gennaio 1946, un anno dopo la Liberazione e dunque a guerra finita. Viene attirato fuori dalla canonica, c’è stato un incidente mortale sulla provinciale Carpi-Modena, e si reclama il prete. Don Francesco indossa il tabarro ed esce con gli olii santi, ma ad appena 20 metri dalla casa lo sconosciuto estrae la pistola e spara a bruciapelo tre colpi, che colpiscono il prete all’occhio sinistro e al torace. La sera in cui venne ucciso era consapevole che, almeno da tre mesi, pendeva su di lui un pericolo di morte. Pochi giorni prima dell’uccisione, gli avevano tagliato ripetutamente le gomme della bicicletta.
Assistente spirituale del Campo di Fossoli, ebbe modo di fare del bene a tutti coloro che vi transitarono dagli oppositori politici della Repubblica Sociale agli ebrei rastrellati dalle SS in tutta Italia e rinchiusi a Fossoli in attesa di essere deportati verso i campi di sterminio Paradossalmente, le maggiori difficoltà per don Venturelli arriveranno dopo la guerra, quando il campo funziona come centro di internamento per i fascisti e i compromessi con il regime fascista.
Come ricorda don Carlo Truzzi, fra i promotori dell’iniziativa, insieme a Scintilla, “c’era un clima di odio che opponeva una parte dei cittadini agli altri, mentre una terza parte in mezzo non poteva sperare più di tanto in una sicurezza pubblica insufficiente”.
Il riconoscimento del martirio di don Venturelli è stato richiesto al Vescovo Erio da centinaia di firme, in un elenco aperto dal Gruppo Scintilla Carpi, per il valore della sua testimonianza, espressione di un amore perfetto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13s). “Per don Francesco lo sconosciuto che l’aspettava per ricevere da lui i sacramenti dei moribondi era evangelicamente un amico, come lo erano stati del resto i parrocchiani e i detenuti del Campo di Fossoli”.