Quale futuro per il patrimonio documentale storico della nostra città?

Una parte dell’emeroteca storica della Biblioteca Loria e del Castello dei ragazzi verrà trasferita. Per periodici e monografie attualmente “parcheggiate” nel locali dell’ex Teatro Vigarani di Palazzo Pio non c’è più posto.

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Un’immagine dell’Archivio storico di Reggio Emilia

Una parte dell’emeroteca storica della Biblioteca Loria e del Castello dei ragazzi verrà trasferita in altri lidi. Dove, ancora non è dato saperlo, anche se qualcuno parla della Bassa e, in particolare, di Mirandola. Location a parte il tema è che per periodici e monografie attualmente “parcheggiate” nel locali dell’ex Teatro Vigarani di Palazzo Pio non c’è più posto. 

Per terminare i lavori di consolidamento antisismico “interrotti a causa del fallimento della ditta appaltatrice – si legge nella delibera di Giunta del 25 ottobre – si rende necessario liberare la predetta area dai documenti… e, al contempo, individuare soluzioni di depositi esterni che permettano la corretta conservazione e fruizione dei documenti da parte dell’utenza”.

Perdurando una “condizione di incertezza circa la data presunta del termine di conclusione dei lavori, l’Amministrazione – prosegue la delibera – si riserva di stabilire la futura destinazione d’uso dell’Ex Teatro Vigarani al termine dei lavori”. Per l’ingente quantità di documenti cartacei però in città pare non esservi una “struttura comunale idonea” ad accoglierli e dunque l’Amministrazione ha deciso di ricorrere “a un servizio esterno specializzato in custodia e gestione in outsourcing, previo trasferimento” per la durata di “tre anni, eventualmente rinnovabili” e per una “spesa annua pari a 25mila euro”. Non proprio bruscolini peraltro. 

In attesa della determina dirigenziale che darà gambe all’indirizzo dettato dalla Giunta, anche attraverso l’individuazione di una sede consona per garantire una corretta conservazione dell’apparato documentale, l’assessore alla Cultura Davide Dalle Ave assicura che “il patrimonio resta di proprietà del Comune di Carpi e che verrà dovutamente inventariato per poter essere così recuperato nel caso vi fossero richieste di consultazione da parte dell’utenza”. Fallimento e stop forzato del cantiere a parte, l’assessore ribadisce come “l’ex Vigarani non possa comunque fungere da deposito e che sono in corso vari ragionamenti sul suo futuro impiego” e dunque, verosimilmente, quando i lavori di consolidamento termineranno, l’emeroteca storica resterà comunque senza casa. Il tema della valorizzazione (e di una semplice consultazione) del patrimonio documentale storico della nostra città – già oggi smembrato e suddiviso in più luoghi, compreso il magazzino comunale di via Liguria – resta dunque un’incognita. Una cosa invece è certa, il rischio di disperdere tale patrimonio, tanto prezioso quanto delicato dal momento che la carta è un materiale che deperisce col tempo, è altissimo.

Da anni il Comune spende fior di quattrini per affittare magazzini e stoccarvi dei beni anziché compiere una scelta di campo e sfruttare un terreno di sua proprietà per erigervi un deposito ad hoc. Certo l’investimento sarebbe importante ma la spesa verrebbe presto ammortizzata: anziché alienare terreni di grandi dimensioni perché non optare per una scelta di questo tipo? (Per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’articolo: https://temponews.it/2022/08/25/laffitto-del-magazzino-ci-costa-96mila-euro-lanno-perche-non-costruirne-uno-su-un-terreno-di-proprieta/). In un luogo del genere potrebbe nascere, perchè no, un grande archivio dei comuni delle Terre d’Argine dove impiegare alcuni archivisti di primo e secondo pelo a cui affidare, tra gli altri, un compito fondamentale: ovvero la digitalizzazione del patrimonio oggi ancora cartaceo. Ma le priorità paiono essere altre. Un esempio? L’Archivio professionale Liliana Cavani 1960 –2015: materiale degno di restare tra le mura di Palazzo Pio. Ma questa è un’altra storia, o no?

Jessica Bianchi 

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