Bollette, inflazioni e frenata dei consumi mettono a rischio il settore alimentare

I rincari delle bollette energetiche, la corsa dei prezzi delle materie prime, il calo dei consumi stanno pesando in modo significativo sulla distribuzione alimentare e mettono a rischio la tenuta del comparto. Mariani: “Senza aiuti e se continua questa tendenza si rischia la riduzione degli orari e taglio al personale”.

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A lanciare l’allarme è Daniele Mariani, presidente Provinciale Fiesa Confesercenti Modena, la federazione dei distributori del settore alimentare della Confesercenti che raggruppa sia gli esercizi alimentari di vicinato che supermercati di piccola e media superficie: “le bollette energetiche sono più che triplicate e oggi, nel modenese, dobbiamo fare i conti con aumenti che per alcuni punti vendita di medie dimensioni sono passati da una spesa annuale di 75.000 euro ad una spesa annua stimata di 230.000 euro”.

A questi costi si devono aggiungere quelli energetici e gli aumenti delle materie prime all’ingrosso che, anche nella nostra Provincia, hanno fatto lievitare i prezzi di alcuni beni alimentari oltre la media registrata dall’indice generale dei prezzi al consumo. Le famiglie ovviamente reagiscono e, alle prese con il dilemma se pagare le bollette o fare acquisti tagliano i consumi anche alimentari: -3,5% ad agosto rispetto allo stesso periodo del 2021 e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi. 

Daniele Mariani, presidente Provinciale Fiesa Confesercenti Modena

“Questa situazione impatta in modo pesante sulle nostre imprese – continua Mariani – le famiglie avvertono le difficoltà che ci attendono sul fronte delle bollette elettriche, del gas e dei carburanti e rallentano ancora di più i consumi. Possiamo dire che si preparano a un inverno da guerra fredda. Uno scenario di estrema difficoltà per le imprese del nostro settore, al centro di una logistica complessa e che si trovano a gestire sia le catene del freddo che del caldo, ma che devono garantire l’approvvigionamento alimentare a città e Comuni, tenendo aperto le nostre attività, nonostante gli elevati costi energetici e gli aumentati costi di gestione, a meno che non si pensi  a riduzione degli orari di apertura o a tagli al personale. Noi però gestiamo imprese che possiamo considerare strategiche, come è stato dimostrato  durante il lockdown per l’emergenza Covid-19 e ci riesce difficile pensare di tagliare servizi alle nostre comunità. Inoltre se la situazione dei costi dell’energia non cambia e senza un intervento immediato da parte del Governo, le piccole e medie imprese della distribuzione alimentare si troveranno di fronte ad una stangata insostenibile, che rischia di mettere fuori mercato nella nostra provincia circa 700 piccole attività del settore alimentare (10 mila su scala nazionale) oltre a supermercati o minimarket già in difficoltà per la forte contrazione dei consumi. Già oggi possiamo stimare una perdita di fatturato reale, depurato dal dato inflattivo, del 5%, un calo che si somma all’aggravio dei costi di gestione”. 

Se non ci saranno interventi immediati sarà complicato sopravvivere alla crisi da qui alla fine dell’anno. “Novembre sarà un mese cruciale per la tenuta del settore. Il nuovo esecutivo deve mettere in atto interventi che sterilizzino il delta energetico che frena l’economia italiana e favorisce quella del nord  Europa; deve dare la possibilità di utilizzare anche momentaneamente la cassa integrazione per le PMI sotto i 15 dipendenti; sospendere le rate derivanti dagli interventi di sostegno Covid e cominciare a pensare a misure di riduzione di orari e aperture, anche limitate. Le imprese hanno bisogno di risposte immediate che non possono più attendere” conclude Mariani.

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