L’isola di Carpi

Anche Carpi ha la sua isola, quella di calore urbano. Il cemento degli edifici e l’asfalto delle strade rendono le città mediamente più calde dei territori naturali circostanti. Nel caso di una metropoli si può arrivare anche a 5°C di differenza rispetto alle limitrofe aree agricole o boscose. Esiste però un modo per limitare l’effetto isola di calore urbano: gli alberi.

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Anche Carpi ha la sua isola, quella di calore urbano. Il cemento degli edifici e l’asfalto delle strade rendono le città mediamente più calde dei territori naturali circostanti. Nel caso di una metropoli si può arrivare anche a 5°C di differenza rispetto alle limitrofe aree agricole o boscose. Esiste però un modo per limitare l’effetto isola di calore urbano: gli alberi. Investire in infrastrutture verdi significa contenere l’eccesso di calore e rendere le città più resilienti. Le strade alberate, per esempio, sono molto meno calde rispetto a quelle totalmente asfaltate. Ma l’infrastruttura verde più efficace è sicuramente quella del bosco urbano. Realizzare un parco prevaletemene erboso e povero di alberi nelle nostre zone significa condannarlo a diventare una distesa brulla e giallastra durante le bollenti estati che ormai il cambiamento climatico ci sta condannando a vivere. Un polmone verde abbastanza grande può produrre, invece, grazie all’ombreggiamento e alla evapotraspirazione degli alberi, una differenza rispetto alle aree asfaltate vicine compresa tra 1°C e 5°C in meno. E quindi la possibilità per i cittadini di poter usufruire di questo climatizzatore naturale nelle focose estati padane. Se poi le amministrazioni cittadine fossero ancora più consapevoli, si potrebbe trasformare la città in relazione alle infrastrutture verdi e non a quelle di cemento. Il Parco della Cappuccina, ad esempio, potrebbe diventare un bellissimo bosco urbano, ricco di alberi e di sentieri agibili da tutti per passeggiare, godere del fresco e ritemprarsi. Il progetto invece dell’attuale amministrazione prevede un parco con prevalenza di essenze erbose, forzato a soccombere alle roventi estati padane: sempre che non si spenda un patrimonio per irrigarlo durante la stagione siccitosa. E comunque, anche in questo caso, destinato a non essere frequentato a causa della mancanza dell’ombra degli alberi e a tutto vantaggio dell’isola di calore urbana. 

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