Polveri sottili, siccità e strato limite planetario

I tre grandi nemici della Pianura Padana e di Carpi sono i gas serra, le polveri sottili in inverno e l’ozono in estate. Molte sono le strade per combatterli, ma solo una è vincente su tutti i tre fenomeni ostili. Gli alberi. Cosa aspettiamo a rendere Carpi un grande giardino urbano, anzi una foresta urbana da prendere a modello da parte di tutte le altre città padane? La rubrica di Aldo Meschiari.

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L’inverno schiaccia l’aria sulla pianura impedendone il rimescolamento. Le polveri sottili e altri inquinanti rimangono bloccati al suolo per diversi giorni, rendendo l’aria della Pianura Padana irrespirabile. Il PBL, ovvero lo strato limite planetario, può arrivare anche a soli 50 metri durante le lunghe alte pressioni nebbiose: ovvero l’aria che respiriamo proviene solo dai primi 50-100 metri della troposfera, bloccata dal tappo dell’inversione termica. Ma con l’arrivo della primavera, la stagione delle inversioni termiche cessa e il PBL si porta sino a 1.000-3.000 metri, anche 10.000 durante i temporali. In parole povere, si torna a respirare.

Ecco perché non sentiremo più parlare di sforamento dei limiti delle polveri sottili nel periodo compreso tra aprile e ottobre, tra la primavera, l’estate e l’autunno. Va anche aggiunto che in questo periodo gli alberi rimettono le foglie, e la loro capacità di filtraggio dell’aria dagli inquinanti aumenta in modo esponenziale. Le città e i paesi della Pianura Padana dovrebbero divenire vere e proprie foreste urbane, con un’alta percentuale di alberi e arbusti sempreverdi, per combattere il fenomeno delle polveri sottili.  E soprattutto dovrebbero cessare il consumo di suolo, uno de maggiori responsabili del Riscaldamento globale oltre che della mancata dispersione degli inquinanti. Carpi sta procedente su questa strada? 

Purtroppo nonostante le piogge di aprile, la situazione rimane critica riguardo il deficit idrico accumulato da inizio anno sull’Emilia centro-orientale. Il fatto è che una avversa configurazione meteo-climatica inibisce l’arrivo delle consuete perturbazioni atlantiche: le piogge possono venire solo dalla regione artica, ma non è la stessa cosa. Quindi buona parte del territorio regionale sconta un deficit precipitativo da inizio anno anche del 50%. Carpi è messa un po’ meglio, nella speranza che gli ultimi giorni di aprile e maggio possano in parte recuperare questo pesante deficit. 

I tre grandi nemici della Pianura Padana e di Carpi sono i gas serra, le polveri sottili in inverno e l’ozono in estate. Molte sono le strade per combatterli, ma solo una è vincente su tutti i tre fenomeni ostili. Gli alberi. Cosa aspettiamo a rendere Carpi un grande giardino urbano, anzi una foresta urbana da prendere a modello da parte di tutte le altre città padane?

Aldo Meschiari 

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