I tappi delle bottiglie e altri scarti diventano gioielli con Beerecycle

Valentina Barbieri, 33 anni residente a Carpi, sua mamma Anna Clara Giglioli e la loro amica Enrica, hanno dato a vita a un progetto di recupero di tappi di bottiglia e altri materiali di scarto per creare bigiotteria, come hanno raccontato: “è iniziato tutto con i tappi in metallo della birra, da qui nasce il nome che è composto proprio dalla parola birra in inglese. Poi abbiamo proseguito con pezzi di vetro, gioielli rotti o spaiati, conchiglie e vorremmo utilizzare anche la capsule del caffè”.

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Alluminio, vetro, plastica e altri materiali di scarto destinati a finire tra i rifiuti vengono recuperati per dare vita a orecchini, collane, bracciali e altro all’insegna del riciclo creativo. È questo lo spirito alla base di Beerecycle, il progetto creato da Valentina Barbieri, insegnante di Laboratorio di Chimica alle superiori, originaria di Modena che abita a Carpi, sua mamma Anna Clara Giglioli, commessa di un supermercato, e un’amica comune di nome Enrica, commessa in un negozio di gioielleria.

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Quando e come nasce il progetto Beerecycle?

“Questo progetto creativo di bigiotteria fatta a mano è iniziato durante il periodo del Covid durante il quale ci incontravamo spesso nel giardino di casa di mia madre ed assieme ad Enrica abbiamo iniziato a condividere idee riguardo alla nostra creatività e passione per i gioielli e, dopo un po’, è nata questa collaborazione a un progetto comune: creare insieme bigiotteria.

Io attualmente mi occupo principalmente della produzione dei nostri bijouxs e della gestione delle pagine social Facebook (Beerecycle) e Instagram ( _beerecycle_)”.vL’idea del nome è partita da me quando abbiamo cominciato a creare orecchini e portachiavi utilizzando i tappi delle birre (Beer) e la parola (recycle) sta proprio ad indicare la nostra filosofia di riciclo e recupero dei materiali per la creazione dei nostri bijouxs”.

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Cosa realizzate principalmente e quali altri materiali utilizzate?

Principalmente realizziamo bigiotteria, ossia orecchini, bracciali e collane, partendo da materiali di recupero, trovati in mercatini di riuso come vecchi gioielli rotti o spaiati. Utilizziamo anche materiali naturali come conchiglie o vetrini che lavoriamo per creare ad esempio dei ciondoli. Ovviamente tutti i componenti di minuteria, monachelle, anelline, ganci, fili, elastici e distanziatori, vengono acquistati nuovi”.

Qual è il gioiello realizzato da materiale di scarto di cui siete più orgogliose?

“All’inizio del progetto ho creato degli orecchini pendenti utilizzando lampadine in vetro colorato, provenienti da un filo di luci natalizie”.

C’è invece un oggetto di scarto su cui ancora non avete lavorato ma che vorreste recuperare in modo creativo?

“A me ed Enrica, da grandi amanti del caffè ci piacerebbe lavorare gli scarti delle capsule del caffè per creare oggetti simil-metallici. A mia madre invece, avendo il pollice verde ed essendo amante della natura, piacerebbe creare bijouxs utilizzando fiori o foglie essiccati e conservati sotto resina”.

Sogni e progetti per il futuro?

Sicuramente portare avanti la nostra passione nella creazione ed esposizione/vendita dei nostri gioielli nei vari mercatini dedicati a noi creativi di Carpi, Modena e dintorni.

Un sogno nel cassetto è aprire uno spazio-laboratorio dedicato alla creazione e condivisione di idee e soprattutto alla produzione di oggetti di bigiotteria e anche di arredo della casa”.

Chiara Sorrentino

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