Martedì 6 maggio l’Associazione Luca Coscioni ha partecipato al presidio promosso da LabSalutePopolare davanti alla sede del TAR dell’Emilia-Romagna, in via d’Azeglio a Bologna. Una mobilitazione organizzata in vista del pronunciamento, atteso per il 15 maggio, sul ricorso contro la delibera regionale che regolamenta le procedure del suicidio medicalmente assistito presentato dalla consigliera di Forza Italia, Valentina Castaldini. Per ora il Tar ha concesso una sospensiva della delibera. Una sospensione che ha di fatto interrotto il terzo percorso già avviato nella Regione, lasciando le persone malate nuovamente in un limbo inaccettabile. Il presidio di ieri è coinciso con il giorno in cui una persona “doveva ricevere il farmaco letale”, ma tutto è appunto bloccato “in attesa di capire cosa deciderà il Tar”. Nel luglio 2023, oltre 7.300 cittadini dell’Emilia-Romagna hanno sottoscritto la proposta di legge regionale di iniziativa popolare Liberi Subito, che mira a definire tempi certi e procedure trasparenti per garantire il diritto a richiedere il suicidio medicalmente assistito. Nonostante il parere favorevole della Commissione Statuto, la proposta non è mai stata discussa in aula e fatica ancora a essere calendarizzata in questa legislatura. Sin dall’inizio, l’Associazione Luca Coscioni ha sottolineato come la via delle delibere di giunta fosse inadeguata e fragile. La scelta di aggirare la discussione della proposta di legge ha oggi portato all’impasse giuridica su cui è chiamato a esprimersi il TAR. “La nostra presenza al presidio non rappresenta una contestazione all’attività della magistratura, bensì un richiamo forte e civile alla responsabilità istituzionale: non si tratta di cavilli tecnici, ma del diritto all’autodeterminazione delle persone in condizioni di sofferenza insopportabile e irreversibile, come riconosciuto dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale” ha spiegato Matteo Mainardi dell’Associazione Luca Coscioni per cui coordina le campagne sul Fine vita.
Il presidente della Regione Michele de Pascale ha invocato la necessità di una legge nazionale nei giorni scorsi ma, prosegue Mainardi, “non serve una nuova legge nazionale per applicare la sentenza della Corte: quella sentenza ha già valore di legge. All’interno delle proprie competenze, le Regioni possono – e devono – organizzare l’applicazione di questo diritto in ambito sanitario. Lo dimostra l’esperienza della Toscana, dove una legge regionale è già stata approvata, fornendo un modello coerente, costituzionalmente fondato e replicabile. L’argomento secondo cui servirebbe una sola legge nazionale per evitare disomogeneità non trova riscontro nella realtà. La proposta di legge popolare è identica in tutte le Regioni in cui è stata presentata, proprio per garantire uniformità e chiarezza. L’assenza di norme regionali, al contrario, genera caos, contenziosi e gravi ritardi nell’accesso a un diritto esistente”.
L’Associazione Luca Coscioni continuerà a chiedere al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna di discutere e approvare la proposta di legge popolare già depositata. “La dignità non si sospende, legge regionale sul suicidio medicalmente assistito subito”, si legge nello striscione srotolato dai manifestanti.