I consiglieri di maggioranza (Pd, Carpi a Colori e AVS- Alleanza Verdi e Sinistra) hanno depositato una mozione dedicata al tema, assai spinoso, dell’installazione di campi agri e fotovoltaici e di accumulo elettrochimico di energia sul nostro territorio agricolo.
Il PNRR ha stanziato oltre 1 miliardo di euro per l’agrivoltaico in Italia e, con l’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del decreto per la promozione dell’installazione di tale tipologia di sistemi, sono numerosi gli appetiti scatenatisi intorno a questo nuovo businness. Carpi rischia nei prossimi anni di veder ricoperta da pali e pannelli una superficie pari a oltre 3 milioni di metri quadrati perlopiù nelle aree agricole a nord di Fossoli dove è collocata una cabina primaria di Terna. “Una concentrazione elevata – si legge nella mozione – che ci porta ad avere massima attenzione e cautela nella valutazione del fenomeno”.
Le autorizzazioni di questi interventi, pur riguardando i singoli territori, sono legate principalmente a procedure ministeriali, riducendo così il margine di manovra dei comuni come prosegue il testo della mozione: “per effetto del vigente assetto normativo, le istruttorie tecniche a livello comunale non hanno gli strumenti per diniegare le iniziative proposte in territorio rurale privo di specifici vincoli e si possono esprimere unicamente nella valutazione del ciclo di vita di ciascun impianto e sulla mitigazione e sulla compensazione degli impatti. Conseguentemente le Amministrazioni Locali sono chiamate a esprimersi in questi casi su misure compensative e sulle varianti urbanistiche per eventuali elettrodotti necessari all’allacciamento alle cabine primarie, qualora i tracciati richiedano l’apposizione di vincoli espropriativi e dichiarazioni di pubblica utilità in forza di Legge. Deliberazioni che restano di competenza del Consiglio Comunale, pur subordinato all’espressione delle conferenze dei servizi sovra-comunali”. Non è dunque un caso che la mozione giunga a pochi giorni prima della discussione, fissata al prossimo 27 febbraio in sede di Civico Consesso, dell’ennesima deroga al Pug. Dopo aver incassato l’ok di Regione e Arpae, il primo impianto agrivoltaico pronto a decollare a Carpi sarà Cascinetto, dietro lo stabilimento Ca.Re, con un’estensione di circa 30 ettari. Sul tavolo però manca ancora qualcosa: la società Sonnedix Leonardo infatti non ha piena disponibilità delle aree per la realizzazione dell’elettrodotto e pertanto il Comune di Carpi dovrà concedere, previo consenso del Consiglio Comunale, una variante al Piano urbanistico generale per la realizzazione delle opere di connessione alla rete elettrica nazionale, con l’apposizione del vincolo espropriativo e la dichiarazione di pubblica utilità. I consiglieri mettono dunque le mani avanti malgrado la vicenda fosse nota da tempo (il proponente ha presentato alla Regione Emilia-Romagna e ad ARPAE SAC di Modena, istanza di verifica di assoggettabilità a VIA per il progetto Cascinetto il 19/02/2024). I rischi dell’operazione sono numerosi: “il soggetto realizzatore – riconoscono i consiglieri – potrebbe infatti essere “interessato in via prioritaria alla produzione di energia rispetto a quella agricola, con la possibile conseguenza di una gestione inadeguata dei terreni” e, ancora, “la perdita di terreno agricolo estensivo, pur non di pregio, rappresenta una minaccia alla sostenibilità delle pratiche agricole tradizionali e alla biodiversità, mettendo a rischio l’integrità ecologica della zona”. Per non parlare dell’alterazione del paesaggio causato da “un numero elevato di ettari di pannelli fotovoltaici concentrato in unica zona”. L’area oggetto dell’intervento Cascinetto, proseguono i consiglieri, è vicina all’Oasi La Francesa e all’Ex Campo di Fossoli: “nonostante siano osservate le prescrizioni delle fasce di rispetto previste dalle norme nazionali… si dovrebbero approfondire gli effetti che l’impianto avrebbe nel modificare a lungo termine il territorio intorno al Campo di Fossoli, luogo denso di storia… e l’impatto sull’avifauna che popola l’oasi dal momento che alcuni studi confermano l’azione di disturbo che la superficie dei pannelli esercita sulle rotte migratorie”. Una richiesta che giunge dopo il parere positivo di Arpae datato 26/02/2024: “l’analisi degli impatti a carico delle matrici aria, acqua, suolo, paesaggio, avifauna e rumore rispetto alla realizzazione dell’impianto e alle relative opere di connessione, non ha messo in evidenza impatti elevati che, nel peggiore dei casi e solo puntualmente, sono di entità media”. E dunque qual è la ratio della mozione a giochi ormai fatti perlomeno per quanto riguarda Cascinetto?
“Le leggi nazionali sono fallaci e incomplete, la Regione Emilia-Romagna ha cercato di disciplinare queste pratiche inserendo anche criteri di rispetto paesaggistico e storico-culturale delle aree, ma non basta. Per tramite della Regione e di altri organismi di rappresentanza come l’Anci, chiediamo che il governo nazionale operi una revisione della normativa che regolamenta l’installazione degli impianti fotovoltaici e agrivoltaici in aree agricole, per consentire al Comune di Carpi, così come tutti gli altri Comuni coinvolti, di contribuire alle decisioni con maggiore libertà su dove, come e in quanta estensione tali impianti debbano essere collocati, senza il costante rischio di intraprendere cause legali, lunghe e onerose. In questo momento di incertezza normativa, riteniamo fondamentale che le amministrazioni locali non vengano lasciate sole nell’affrontare gli esiti della pianificazione degli impianti che passano sopra le loro teste. Chiediamo che, prima di tutto, i Comuni possano esprimersi in maniera vincolante su tali progetti, senza essere formalmente e materialmente superati dalle conferenze dei servizi, che seppur organismi tecnici ufficiali, non tengono conto di aspetti politici rilevanti; e poi, che si possano costruire processi partecipativi per valutare le proposte di impianti in territori rurali, nel rispetto delle esigenze ambientali, paesaggistiche e storiche. È un segnale forte di come la politica locale può e deve fare la differenza, a tutela dei cittadini. Per questo ci attiveremo anche sul territorio, con assemblee e momenti di confronto, in particolare nella frazione di Fossoli dove ci sarà una particolare concentrazione. La transizione energetica è un processo imprescindibile, in cui ognuno deve fare la propria parte, ma col rispetto e la valorizzazione di tutti”. Ogni richiesta di regolamentazione del fenomeno degli impianti è gradita anche se, a onor del vero, la mozione appare più come il tardivo tentativo di mettersi al riparo da critiche e sollevarsi così da ogni responsabilità. Come a dire, noi ci abbiamo provato ma tanto non dipendeva da noi. La politica locale sinora aveva taciuto sull’argomento, malgrado la stampa ne scriva dall’estate scorsa, nessuna assemblea è stata convocata per iniziare a raccontare alla città cosa l’aspetta nel prossimo futuro. A fronte di partite tanto delicate, anche e soprattutto in considerazione dello scarso margine di manovra degli enti locali, trasparenza e comunicazione dovrebbero essere perseguite con forza. I carpigiani hanno il diritto di sapere cosa li attende. Hanno il diritto di indignarsi e di unire le forze, insieme ai vari soggetti in campo, per dire no a “foreste” di pali e pannelli nel nome della tutela del territorio e del paesaggio. Ma devono poterlo fare al tempo opportuno. E non quando i giochi sono ormai pressoché fatti.
Jessica Bianchi