Diminuiscono mediamente del 7% gli accessi nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente grazie all’apertura di 42 Cau – Centri di assistenza urgenza sul territorio regionale. Al di sotto della media invece il distretto di Carpi che segna un -2% (il tasso di utilizzo del Pronto Soccorso nel 2023 era di 189 accessi ogni 1000 assistiti, oggi è sceso a 185) anche se, lo ricordiamo, il Cau è stato attivato all’interno dell’Ospedale Ramazzini solo dal 10 di aprile e, al contempo, non si arresta il trend di aumento di codici arancioni e rossi. Nello specifico nei primi nove mesi del 2024 gli accessi in codice bianco nei PS sono diminuiti mediamente in regione del 20% e quelli in codice verde del 10% e si avviano verso quota 400mila i pazienti che si sono rivolti ai Cau da quando hanno iniziato la loro attività (novembre 2023). E a Carpi?
L’impatto del Cau è positivo nel contribuire alla riduzione degli accessi per codici di minore gravità al Pronto Soccorso del Ramazzini: dal 10 aprile 2024 al 31 agosto scorso si è infatti registrato un -11% di accessi per codici bianchi e verdi rispetto allo stesso periodo del 2023. Se infatti nel 2023 dal 10 aprile al 31 agosto erano stati 12.508 gli accessi con codice bianco o verde, nello stesso periodo dell’anno in corso sono stati 11.129, ovvero 1.379 in meno. Crescono invece codici arancioni e rossi al PS, passati dai 5.861 del periodo 10 aprile -31 agosto 2023 ai 6.546 dello stesso periodo del 2024 (+11,7%), elemento che indica comunque un miglioramento nell’appropriatezza di accesso. Dalla data di attivazione all’8 settembre il Centro di assistenza urgenza di Carpi ha gestito 8.623 accessi, con una media di 56,7 accessi al giorno e un’attesa media di 51 minuti, di cui 22 per la presa in carico (da quando inizia la visita a quando il cittadino viene dimesso).
“I dati, a cominciare dai quasi 400mila accessi in meno di dieci mesi – ha sottolineato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – sono molto più significativi di ogni inesattezza, caricatura e strumentalizzazione e confermano come i Centri di assistenza per le urgenze stiano funzionando. I Cau stanno facendo il loro mestiere perché sono in grado di dare risposte di assistenza e cura veloci e di qualità ai cittadini, di norma h24, 365 giorni all’anno, senza alcuna necessità di appuntamento, per i loro bisogni di salute a bassa criticità. Gli attuali 42 Cau (entro l’anno arriveremo a 50) consentono nella stragrande maggioranza dei casi di affrontare e risolvere il bisogno urgente di salute a bassa criticità del cittadino, all’interno della struttura, e soprattutto di attenuare in parte il carico dei Pronto soccorso. È comunque nostra intenzione percorrere traiettorie di miglioramento del servizio, partendo innanzitutto da un’analisi dei dati di accesso ai Cau non omogena in tutto il territorio regionale, rendendo inoltre più efficace, da parte dei Cau, l’invio dei pazienti ai Pronto soccorso nei casi in cui sia necessario”.
Calano gli accessi impropri ma la pressione sul sistema dell’Emergenza – Urgenza resta alta.
Jessica Bianchi