Sulle cause dell’incendio di Ca.Re nessuna novità: “le indagini sono ancora in corso”

Toni accesi ieri sera, 11 aprile, in Consiglio Comunale, dove a tenere banco è stata un’interpellanza, giacente da mesi, a firma Fratelli d’Italia, che chiedeva di far luce sulle cause dell’incendio che, il 30 settembre scorso, ha interessato l’impianto di trattamento rifiuti Ca.Re di Fossoli - il quarto rogo in dieci anni dove ad andare in fumo furono ben 250 tonnellate di plastica.

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Foto di Fabrizio Bizzarri

Toni accesi ieri sera, 11 aprile, in Consiglio Comunale, dove a tenere banco è stata un’interpellanza di Fratelli d’Italia, che chiedeva di far luce sulle cause dell’incendio che, il 30 settembre scorso, ha interessato l’impianto di trattamento rifiuti Ca.Re di Fossoli (il quarto rogo in dieci anni: il 24 agosto 2013 quando fu distrutto, nel febbraio 2021, giugno 2022 e settembre 2023) dove ad andare in fumo furono ben 250 tonnellate di plastica. 

“Ricordiamo – ha sottolineato la capogruppo Annalisa Arletti  che il 51% di Ca.Re è di proprietà di Aimag, il cui controllo è esercitato dai Comuni soci che ne detengono la maggioranza delle azioni. Pertanto, il Comune di Carpi, come ente capofila, ha il dovere di fornire chiare indicazioni rispetto alle priorità ai lavori da eseguire e ci chiediamo come mai questo non sia ancora avvenuto”. Nell’interpellanza, oltre a elencare le deroghe concesse dall’ente regionale Arpae sulle opere che Ca.Re avrebbe dovuto realizzare, FdI ha chiesto al sindaco Alberto Bellelli di “relazionare i consiglieri sulle indagini e sulla relazione compiuta dai Vigili del Fuoco”. 

Ma andiamo con ordine: le opere prescritte da Arpae erano legate alla richiesta avanzata da Ca.Re di poter incrementare la quantità di rifiuti trattati portando le attuali 60mila tonnellate annue autorizzate a 66mila. Richiesta concessa da Arpae a condizione che vengano realizzate delle coperture per gli stoccaggi e la realizzazione di una vasca fuori terra di raccolta di tutte le acque. Le coperture sono delle strutture metalliche dotate di reti che servono per contenere l’eventuale dispersione nell’aria di residui di carta e plastica durante le lavorazioni e pertanto nulla hanno a che fare con la prevenzione incendi. Su tali opere, che di fatto riducono l’accessibilità agli stoccaggi in caso di incendio, i Vigili del Fuoco hanno a loro volta richiesto di realizzare ulteriori interventi per garantire la sicurezza dell’impianto. Ad oggi però nessuna di queste opere, del valore di circa 1 milione di euro, è stata compiuta poiché la capacità di trattamento non è di fatto stata aumentata. 

“In attesa che questa nuova riconfigurazione venisse realizzata – specifica Alberto Bellelli –  l’esercizio poteva continuare con la previgente autorizzazione validità estesa fino al 1° ottobre 2023”. Il primo cittadino ha poi sottolineato come “l’Amministrazione non sia ancora in possesso della relazione redatta dai VVF poiché le indagini della Magistratura sono ancora in itinere”. Su quanto è accaduto dunque ancora nessuna novità: “il rogo del 30 settembre – prosegue Bellelli – ha danneggiato parte dei sistemi di prevenzione incendi che devono essere ripristinati e verificati prima del rilascio del nuovo Certificato prevenzione incendi. La sospensione di tale documento ha determinato come conseguenza diretta la mancata agibilità dell’impianto. Arpae dunque, al fine di rivalutare le necessarie modifiche da apportare per garantire la sicurezza, ha disposto il riesame dell’autorizzazione e la revoca dell’ultimo provvedimento di proroga indicendo la Conferenza dei servizi. Dal canto suo Aimag sta completando, secondo le indicazione dei Vigili del Fuoco, i ripristini necessari mentre i lavori della Conferenza dei servizi sono in corso. Solo alla fine dell’iter sarà possibile conoscere la riconfigurazione impiantistica definitiva: la sicurezza sarà commisurata alla funzionalità a cui l’impianto verrà adeguato. A quel punto faremo una commissione consiliare dedicata per illustrare le informazioni ricevute”. Una risposta che non è piaciuta alla consigliera Arletti, che l’ha definita “didascalica e burocratese. Attendiamo risposte da mesi e l’impressione è che lei non voglia darcele. Di chi è l’impianto? Di Hera? No, è di Aimag, quindi nostro. Abbia un sussulto di orgoglio a fine consiliatura e parli chiaro”. Un’accusa, quella “di nascondere delle informazioni” che il consigliere del Pd, Marco Reggiani, ha respinto con forza: “siamo agli ultimi botti degli ultimi giri di giostra”, ha esordito. “Siamo tutti d’accordo nel dire che l’impianto deve essere sicuro – ha continuato – e che quanto accaduto non deve ripetersi ma il processo è ancora in itinere pertanto non dobbiamo accusare nessuno né dentro questo consiglio né nella giunta. Sono certo che se il sindaco avesse delle risposte le condividerebbe. Dire il contrario è molto grave ma è il solito giochino della campagna elettorale. Perchè non accusate la Procura o i Vigili del fuoco per queste lungaggini? Abbiate la forza di accusare loro che tengono nascosta in archivio la verità. Fate un esposto. E’ nell’interesse di tutti conoscere la verità. Prendo atto dei giochini della politica ma in questi casi, dove è la salute delle persone a essere a rischio, dobbiamo restare seri e chiedere che venga fatta chiarezza senza lanciare accuse di bassa lega. Mi vergogno – ha concluso – di essere un esponente politico quando sento queste sciocchezze”. E se il consigliere Giulio Bonzanini della Lega ha ribadito come “se non fosse stato per questa interpellanza la vicenda Ca.Re sarebbe finita nell’oblio mediatico”, il sindaco ha assicurato, in chiusura di dibattito, “di non tenere nascosto nulla ai cittadini. Mi rammarico per la lentezza delle indagini ma ad oggi non abbiamo elementi concreti su cui ragionare”.

A fronte di una questione tanto delicata e sulla quale tutti attendono – da mesi – risposte chiare e garanzie per il futuro, pur consci che il rischio zero non esiste, sarebbe auspicabile non cadere in sterili battibecchi e fare fronte unito per pungolare gli enti coinvolti affinché giungano informazioni puntuali e nel minor tempo possibile.

Jessica Bianchi