Malati psichiatrici e Pronto Soccorso, “servono dei correttivi per tutelare pazienti e operatori”

Così non si può andare avanti. Il trattamento dei pazienti psichiatrici in fase acuta presso l’Ospedale di Carpi, dopo la temporanea chiusura del Reparto di degenza del Servizio Psichiatrico e Cura, pesantemente vandalizzato da un paziente le scorse settimane, sta mettendo a durissima prova il Pronto Soccorso cittadino. In poco meno di una settimana sono già salite a tre le aggressioni da parte di questi pazienti nei confronti delle guardie giurate in servizio.

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Così non si può andare avanti. Il trattamento dei pazienti psichiatrici in fase acuta presso l’Ospedale di Carpi, dopo la temporanea chiusura del Reparto di degenza del Servizio Psichiatrico e Cura, pesantemente vandalizzato da un paziente le scorse settimane, sta mettendo a durissima prova il Pronto Soccorso cittadino. In poco meno di una settimana sono già salite a tre le aggressioni da parte di questi pazienti nei confronti delle guardie giurate in servizio. Sofferenti e bisognose di cure, queste persone, spesso con co-dipendenze legate all’abuso di droga o alcol, giungono in Pronto Soccorso dove vengono prese in carico: “ci era stato assicurato – spiega la sindacalista di Fials, Giuseppina Parente – che questi pazienti non sarebbero transitati in Ps, un sistema già in forte sofferenza per il suo carico di lavoro, e invece, anziché essere ricoverati in Psichiatria dove sono stati allestiti dei posti letto a loro dedicati, spesso restano nell’area Obi – Osservazione Breve Intensiva del Pronto soccorso, uno spazio del tutto improprio a ospitarli. A rischio vi è infatti la stessa sicurezza di degenti ed equipe dal momento che in Obi o in Medicina d’Urgenza questi pazienti non possono essere contenuti o isolati e, inoltre, il personale non è preparato ad affrontare urgenze di carattere psichiatrico, poiché non è di loro competenza”. La direzione generale dell’Ausl di Modena, dopo aver incontrato i rappresentanti di Fials, ha stilato una “flowchart ad hoc – prosegue Parente – ovvero una serie di istruzioni operative da applicare in caso di accesso di uno psichiatrico col relativo percorso di ricovero. Peccato non sia stato chiarito in modo inequivocabile in quali strutture farlo afferire ma ci si è limitati a dare indicazioni generiche. Occorre adottare dei correttivi – e con urgenza – per tutelare tutti, pazienti e personale”. L’eventuale  aggressività di questi pazienti è correlata all’alterazione psichica che stanno vivendo ma la loro profonda sofferenza non può costituire un alibi: “devono essere presi in carico da professionisti preparati e ricevere e cure di cui necessitano in un ambiente adeguato”, conclude la sindacalista. Un luogo sicuro e protetto che non fa certo rima con Pronto Soccorso.

Jessica Bianchi