Chi prenderà il posto dei medici a gettone?

L’Emilia Romagna metterà fine all’impiego dei medici a gettone per le emergenze entro quest’anno. Ad annunciarlo era stato, nel mese di aprile, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. Ad oggi sono 25 i medici a gettone ancora impiegati attraverso le cooperative in due Ausl della nostra regione, quella di Modena e quella di Reggio Emilia: 17 nei Pronto Soccorso del reggiano e 8 nel modenese (tra Ginecologia e Ps). Ma l’annuncio è già stato disatteso: rinnovato infatti fino a marzo 2024 il contratto stipulato con C.M.P. Global Medical Division per la fornitura di personale esterno da impiegare nei Servizi ospedalieri di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi per un importo di 401mila euro a semestre.

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L’Emilia Romagna metterà fine all’impiego dei medici a gettone per le emergenze entro quest’anno. Ad annunciarlo era stato, nel mese di aprile, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. “L’esternalizzazione è una stortura del sistema – aveva dichiarato – in Emilia Romagna ne abbiamo fatto un uso moderato, ma è nostra intenzione smettere con tale pratica entro il 2023”. 

Ad oggi sono 25 i medici a gettone ancora impiegati attraverso le cooperative in due Ausl della nostra regione, quella di Modena e quella di Reggio Emilia: 17 nei Pronto Soccorso del reggiano e 8 nel modenese (tra Ginecologia e Ps). 

Chi prenderà il loro posto? Come verrà assicurata la tenuta dei reparti in affanno a partire dai Pronto Soccorso per i quali le Ausl continuano a ripetere che non si riescono a reperire professionisti? Nel Ps del Ramazzini di Carpi e del Santa Maria Bianca di Mirandola operano medici a chiamata aderenti a Novamedica, cooperativa bolognese che si era aggiudicata il bando in scadenza a fine anno. 

E poi? Cosa accadrà? Quali sono le intenzioni dell’Ausl di Modena anche in considerazione della linea dettata da Donini? “L’attuale fornitura di servizi medici per il Pronto Soccorso è in scadenza a fine anno, in prossimità della stessa saranno fatte le opportune valutazioni. Nel contempo l’Azienda continua costantemente a essere attiva nelle procedure selettive per il reperimento di specialisti, di cui si continua però a riscontrare limitate disponibilità”, spiegano dall’Ausl. Insomma chi vivrà, vedrà.

Quel che invece è certo, nonostante il rientro in organico di tre specialiste che erano in maternità, è il rinnovo fino a marzo 2024 del contratto stipulato lo scorso febbraio (di sei mesi rinnovabili per ulteriori sei) con C.M.P. Global Medical Division Società cooperativa tra professionisti di Granarolo dell’Emilia per la fornitura “temporanea e in via di urgenza” di personale esterno da impiegare nei Servizi ospedalieri di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi per un importo di 401mila euro a semestre. 

Il contratto prevede la fornitura di un carnet di 237 turni (del valore di circa 1.691 euro l’uno) ma, spiega l’Ausl di Modena, “grazie al rientro di tre professioniste è stato già possibile ridurre il ricorso a esterni e l’impegno è quello di proseguire nella riduzione progressiva dei turni coperti dalla società che si è aggiudicata il bando, tenendo sempre conto dell’obiettivo primario di continuare a garantire l’erogazione dei servizi nell’attuale contingenza di carenza di specialisti”.

La sanità pubblica ha le ossa rotte, tanti i professionisti in fuga e chi resta deve accollarsi turni di lavoro massacranti mentre le ricadute sulla cittadinanza in termini di allungamento dei tempi di attesa sono sotto agli occhi di tutti. Per correre ai ripari, anche in considerazione del fatto che i concorsi pubblici tesi a reclutare personale continuano ad andare deserti, le aziende sanitarie hanno tentato un’altra strada lanciando un Sos, si fa per dire, ai professionisti privati e alle cooperative, chiamati a coprire le carenze di organico ormai croniche soprattutto nei Ps. Gare indette per scongiurare il rischio più temuto, ovvero l’interruzione dei servizi. La dismissione dei gettonisti, unitamente all’apertura dei Cau – Centri di assistenza e urgenza previsti dalla riforma dell’Emergenza – Urgenza per togliere codici bianchi e verdi dai Pronto Soccorso, rappresentano un binomio potenzialmente esplosivo. Impossibile non ricordare l’interrogativo lanciato da un sindacalista in occasione del voto e della successiva approvazione della riorganizzazione in sede di Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Modena: “non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Dove reperiremo i professionisti” per dare braccia e gambe a questa rivoluzione?  Un’incognita che al momento resta senza risposta. 

Jessica Bianchi