Domenica 7 maggio la famiglia Neri ha donato al Comune di Novi di Modena la gavetta del soldato e cittadino novese Romolo Neri, disperso in mare nel febbraio del 1944. Romolo Neri era uno dei 4.200 militari italiani catturati a Rodi dopo l’armistizio e inghiottiti dalle onde il 12 Febbraio 1944, nel naufragio del Piroscafo Oria che li stava trasportando verso i lager nazisti. Nato a Novi di Modena il 22 agosto 1914, era uno dei dieci figli di Lodovico e Adeodata Gasparini e aveva un gemello di nome Remo. Quando morì aveva solo 29 anni. Una presenza tra le 4.200 andate perdute in quel naufragio, che a loro volta sono una parte infinitesimale di tutte quelle perse nel secondo conflitto mondiale. Una piccola storia, tra le tante che si sono spente, in quel tragico periodo storico. Ma la storia di Romolo è anche una storia nostra. Della nostra comunità. Che, come tante altre storie di uomini e partigiani della nostra terra, ci porta un dono. Che, nel suo caso, arriva dopo 79 anni. La sua gavetta tra quelle trovate negli anni da pescatori e subacquei, è tornata in Italia, grazie all’interessamento del ricercatore subacqueo Aristotelis Zervaudis. In tutta la sua semplicità, che è poi la grande semplicità delle verità assolute, ci porta un messaggio inciso dal suo possessore: VIVA LA PACE.
“Domenica 7 maggio – spiega il Sindaco Enrico Diacci – è stata una giornata particolarmente importante per la nostra comunità. E’ con grande onore che ho presenziato alla cerimonia e con enorme felicità ho accolto la donazione. Perché possa essere esposta nell’ingresso del nostro municipio e raccontare a tutti i membri della nostra comunità quanto è importante la pace. E di quanto possa essere forte un messaggio che viene dal passato. Per non rifare gli stessi errori. Per ricordare, proprio in una delle strutture pubbliche che per eccellenza rappresentano la culla della democrazia e della partecipazione popolare, di non dare mai nulla per scontato. Perché la democrazia è un sentimento che va coltivato, quotidianamente”.
Un ringraziamento a tutti i famigliari, ad Alessio Neri (nipote) e all’Arch. Michele Ghirardelli della Rete dei Familiari dei Dispersi Naufragio del Piroscafo Oria che, con pazienza e determinazione, hanno seguito questo percorso.