A Carpi il tempo delle grandi feste popolari è finito

Il sipario non è calato soltanto sulla Festa dell’Aratura ma anche su un altro appuntamento storico carpigiano, la Festa de l’Unità nell’area Zanichelli. Resistono due feste, quelle di Fossoli e Santa Croce, che sono sempre esistite ma che ora, di fatto, soppiantano, la sorella maggiore. Insomma piccolo è meglio, si spende meno e le tavole sembrano sempre piene. Un ridimensionamento che parla chiaro: la città si evolve, la società pure; nascono nuovi bisogni e muta il modo di stare insieme. Il tempo delle grandi feste popolari, di partito e non, è giunto al capolinea. La gente ha fatto la sua scelta.

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Gente in fila davanti al ristorante Falò - Foto della Festa de l’Unità del 2016

Il tempo delle grandi feste popolari a Carpi è finito. Il sipario infatti non è calato definitivamente soltanto sulla Festa dell’Aratura ma anche su un altro appuntamento storico carpigiano, la Festa de l’Unità o, meglio, su come l’abbiamo conosciuta per anni.

L’irruzione della pandemia ha fatto saltare numerosi eventi e per molti di questi ha rappresentato una vera e propria pietra tombale. 

Tra le vittime anche la grande festa che il Partito democratico di Carpi organizzava dapprima presso la zona fieristica e poi presso l’area Zanichelli. “La scelta – spiega la segretaria del Pd, Daniela Depietri – è stata dettata dalla volontà di contenere le spese e di offrire alla cittadinanza due momenti più raccolti, a nord e a sud, ovvero presso la Casa del Popolo di Fossoli e il Circolo Arci Arcobaleno di Santa Croce. Due feste più piccole dunque e che, lo scorso anno, abbiamo notato essere molto più apprezzate e al contempo sufficienti per autofinanziarci”. L’edizione 2023 delle due mini Feste de l’Unità “sarà più ricca con spettacoli, commedie dialettali, incontri con gli autori e concerti per cercare così di riunire più generazioni. Grande attenzione sarà rivolta alla qualità del cibo e non mancheranno gli spazi per riflettere sugli importanti appuntamenti che ci attendono (ndr – elezioni amministrative)” prosegue Depietri. 

Il problema almeno per il momento, dichiara la segretaria, “nel nostro caso non sono i volontari. Possiamo contare su un nutrito gruppo di persone che aspetta questi appuntamenti com ansia e ha tanta voglia di mettersi a disposizione per il bene comune. Tra loro anche i Giovani democratici a cui spetterà il compito di pensare e organizzare un paio di iniziative”.

Due feste, quelle di Fossoli e Santa Croce, che sono sempre esistite ma che ora, di fatto, soppiantano, la sorella maggiore. Insomma piccolo è meglio, si spende meno e le tavole sembrano sempre piene. 

Un ridimensionamento che parla chiaro: la città si evolve, la società pure; nascono nuovi bisogni e muta il modo di stare insieme. Il tempo delle grandi feste popolari, di partito e non, è giunto al capolinea. La gente ha fatto la sua scelta.

Jessica Bianchi 

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