La piccola Alma è nata da un anno e la sua mamma, la novese 31enne Greta Lugli, ha deciso di reinventare completamente la sua vita per starle accanto e prendersi cura della sua famiglia.
“Nel nostro Paese – racconta Greta, laureata in Lettere e filosofia all’Università di Bologna – essere mamma non è sempre facile. Per anni ho fatto la bibliotecaria ma quando la cooperativa che mi aveva assunto a tempo indeterminato ha perso l’appalto e mi ha proposto un lavoro a settanta chilometri da casa, sono stata costretta a licenziarmi poiché sarebbe diventato pressoché impossibile conciliare la professione e i bisogni della mia bimba”.
Una scelta difficile e sofferta che ha spinto Greta a dare forma a un sogno che coltivava da tempo: “ho sempre amato usare le mie mani per ridare nuova vita a vecchi oggetti. Entrare in cantine e soffitte, così come curiosare nei mercatini dell’usato, è un piacere che non so nemmeno descrivere. Scovare mobili polverosi e tarlati, portarli a casa e restaurarli è una gioia immensa per me. Il restauro creativo del legno è una passione che viene da lontano e che spero possa diventare la mia professione”.
Recreo è questa la formula magica per Greta, una forma verbale latina che racchiude l’essenza stessa della vena creativa che ha deciso di assecondare: “ricreare ma al tempo stesso riaversi, riprendere le forze. Ecco per me restaurare è tutto questo e molto di più”.
Per far conoscere il suo progetto Greta ha creato sui social (Facebook e Instagram) il profilo Hera una volta (l’ironia non le manca di certo) dove posta le creazioni che rinascono grazie alla sapienza delle sue mani e al suo estro: “è bello pensare che un vecchio mobile possa tornare protagonista, dando un tocco in più alle nostre case. Abitazioni sempre più standardizzate a cui credo che un pizzico di personalità e originalità non possa che fare bene. Il riciclo non è solo una scelta che fa bene all’ambiente ma può davvero rappresentare un modo per far rivivere un oggetto a cui magari siamo legati affettivamente, rendendolo nuovamente funzionale e pieno di carattere”.
Greta che al momento lavora in ogni angolo della sua casa “un po’ folle” (ndr – sorride) si avvale anche dell’aiuto del compagno Davide e delle sue “mani d’oro”. Un lavoro di squadra che consente di far letteralmente rifiorire vecchi oggetti, trasformandoli in sorprendenti pezzi unici.
“Tutto è partito in punta di piedi – conclude Greta Lugli – ma spero davvero che questa mia passione possa crescere e diventare grande anche se nel mio cuore c’è e ci sarà sempre posto per il fascino e il raccoglimento che si respira nelle biblioteche. D’altronde la Biblioteca Loria, dove ho svolto il Servizio civile volontario, è stato il mio primo amore, chissà…”
Jessica Bianchi