Carpi è la città più economica in provincia per fare la spesa

Federconsumatori ha presentato la ventottesima indagine sui prezzi applicati dalla grande distribuzione in provincia di Modena. “La nostra indagine, l'unica indipendente in Italia, ha riservato alcune novità”, ha dichiarato il presidente Marzio Govoni. Un esempio? Per la prima volta il carrello della spesa più basso è quello di Conad.

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Carpi, per il secondo anno di fila, vince il premio di città più economica in provincia per fare la spesa. E’ quanto si evince dalla ventottesima indagine sui prezzi applicati dalla grande distribuzione nel modenese effettuata da Federconsumatori. Il primato carpigiano, e delle Terre d’Argine in generale, è “stato reso possibile grazie alla forte competizione scatenata tra le insegne. Le numerose strutture commerciali presenti hanno comportato degli innegabili benefici  per i consumatori, cosa che invece non accade nell’Area nord della provincia dove i prezzi applicati sono anche del 10% superiori rispetto alle aree più economiche”, ha sottolineato il presidente di Federconsumatori, Marzio Govoni. 

Quest’anno le classifiche hanno registrato dei movimenti significativi rispetto agli anni passati ma, prosegue Govoni, “il supermercato Rossetto, per il sesto anno consecutivo, nel segmento grandi marche si conferma il più economico”. Per la prima volta a fare un enorme passo avanti e a vincere in sei distretti su sette (l’unica eccezione è il distretto ceramico dove è presente Rossetto) è la catena Conad. 

“Conad – spiega Govoni – ha operato un importante risposizionamento sul piano dei prezzi ed è riuscita a conquistare il primato inedito che oggi la vede come lepre da inseguire, fenomeno che in passato era già accaduto a Coop ed Esselunga”. 

L’inflazione, basta guardare ai dati Istat, corre veloce ma tale dato è sottostimato nella percezione dei consumatori rispetto a ciò che accade nel carrello della spesa.

“Nei prodotti grandi marche il dato Istat è realistico – prosegue il presidente – la fortissima differenza si concentra infatti sui prodotti di primo pezzo, quelli venduti nei discount soprattutto, ma anche nella grande distribuzione, e nei prodotti che riportano la marca dell’insegna, ovvero i più consumati dalle famiglie con un reddito medio basso; in questi due segmenti la differenza di inflazione sfiora i 5 punti il che comporta un inevitabile ed enorme appesantimento dei costi”.

Insomma se in passato scegliere di fare la spesa al discount era molto conveniente oggi non è più così. “Il più economico – conclude Govoni – è a Pavullo mentre quelli della città di Modena sono particolarmente cari. Un’altra area dove è auspicabile che aprano altre insegne per far crescere la competizione e, di conseguenza, abbassare i prezzi, è quella della Bassa modenese, da Mirandola a San Felice, a Finale Emilia”.