Ostello, si riapre la partita ma nulla è stato deciso

L’affidamento è ancora valido, il progetto compatibile coi requisiti del bando e dunque per l’Amministrazione i vincitori Circolo Legambiente di Carpi, Novi e Soliera e Appenappena, nel momento in cui l’ufficio elettorale cambierà casa potranno prendere possesso dell’immobile nell’Ex Foro Boario. Il gatto però non è ancora nel sacco ed è ancora presto per cantar vittoria: riusciranno le associazioni a farsi carico delle spese di ammodernamento e dell’arredo? Legambiente e Appenappena sono ancora disposte ad accollarsi l’onere di gestire la struttura facendo i conti con un turismo post Covid del tutto trasformato e con dei prezzi energetici schizzati alle stelle? Condizioni e scenari sono lontani anni luce da quel lontano 2012 e il tema della sostenibilità sul medio-lungo termine è a dir poco delicato.

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Una partita che dura da dieci anni e che non accenna a chiudersi. 2012 – 2022, un lasso di tempo durante il quale il mondo è cambiato. Quella dell’ostello è una di quelle vicende a cui non avremmo in alcun modo voler assistere. La vicenda è arcinota, nel giugno del 2012 la gestione della struttura dell’Ex Foro Boario venne concessa dal Comune di Carpi – proprietario dei muri – al Circolo Legambiente di Carpi, Novi e Soliera e all’associazione culturale Appenappena. Aggiudicazione a cui non seguì mai la consegna, dal momento che, a causa del sisma, gli spazi vennero occupati da Aimag che vi rimase per sette anni. Dopodiché sono stati vari i servizi che l’ente pubblico, a corto di spazi, vi ha collocato. Non ultimo l’ufficio elettorale che, se tutto andrà bene, ma il condizionale è d’uopo, dovrebbe traslocare la prossima primavera nei locali un tempo occupati da Unicredit, in viale dei Cipressi. Tanti se che si sommano al più grande degli interrogativi: Legambiente e Appenappena sono ancora disposte ad accollarsi l’onere di gestire la struttura facendo i conti con un turismo post Covid del tutto trasformato e con dei prezzi energetici schizzati alle stelle? Condizioni e scenari sono lontani anni luce da quel lontano 2012 e il tema della sostenibilità sul medio-lungo termine è a dir poco delicato. Il CUC (Ufficio Gare del Comune) dopo aver vagliato la proposta depositata, ormai due anni fa, dagli aggiudicatari del bando per capire se il progetto originario potesse essere in qualche modo modificato per rendere la struttura maggiormente rispondente alle necessità odierne, ha dato il nullaosta. L’affidamento è ancora valido, il progetto compatibile coi requisiti del bando e dunque per l’Amministrazione i vincitori nel momento in cui l’ufficio elettorale cambierà casa potranno prendere possesso dell’immobile. L’idea di Appenappena e Legambiente è quella di coniugare ricezione turistica e cultura per creare un contenitore articolato e polifunzionale capace di valorizzare le eccellenze locali, a partire da quelle artistiche. 

Il gatto però non è ancora nel sacco ed è ancora presto per cantar vittoria: riusciranno le associazioni a farsi carico delle spese di ammodernamento – non ancora stimabili – e dell’arredo?

Al momento nulla è ancora stato formalizzato: si potrebbe pensare di essere in dirittura d’arrivo con l’assegnazione ma le tempistiche sono tutt’altro che certe. I due soggetti della cordata sono cauti. Come dar loro torto? Questo per loro è il momento delle valutazioni sulla fattibilità del progetto e sul business plan. D’altronde, lo ribadiamo, dieci anni dopo, il mondo è totalmente mutato.

Quale sarà la sorte dello stabile, costato 1 milione e 300mila euro, e il cui progetto era nato vecchio già dieci anni fa? Restiamo in panchina a guardare. 

Jessica Bianchi