Un solo medico per coprire il turno di notte al Pronto soccorso di Carpi: “Ausl al lavoro per ripristinare il doppio turno”

Cresce la preoccupazione tra il personale sanitario in forze al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi a fronte del rischio, più che concreto, che a partire da questo mese di ottobre, a coprire il turno di notte vi sarà un solo medico. Una condizione, determinata dalla carenza di organico, che andrebbe ad aggravare ulteriormente la mole di lavoro degli operatori e, al contempo, contribuirebbe ad allungare le attese degli utenti. Una situazione grave a cui l’Ausl di Modena sta tentando di porre rimedio al fine di ripristinare il doppio turno.

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Cresce la preoccupazione tra il personale sanitario in forze al Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini di Carpi a fronte del rischio, più che concreto, che a partire da questo mese di ottobre, a coprire il turno di notte vi sarà un solo medico. Una situazione, determinata dalla carenza di organico, che andrebbe ad aggravare ulteriormente la mole di lavoro degli operatori e, al contempo, contribuirebbe ad allungare le attese degli utenti.

“Da tre anni a questa parte – spiega un operatore – abbiamo assistito a un fuggi fuggi dei medici e oggi il loro numero è davvero ridotto all’osso. Di notte gli accessi in Pronto Soccorso sono numerosi e la presenza di un solo strutturato dalle 20 alle 7 del mattino successivo è davvero preoccupante. Già prima con due medici la situazione era complessa, soprattutto nel caso si verificassero due emergenze contemporaneamente, non voglio pensare a cosa accadrà d’ora in avanti. Le ripercussioni sono facilmente immaginabili: il carico di lavoro del personale in servizio è destinato ad aumentare e, in particolare, a diventare ancora più complessa sarà la gestione dei pazienti in sala d’attesa costretti ad attendere ancora di più prima di avere accesso alla prestazione di cui necessitano. Persone che non possono sapere che in turno c’è un solo medico”.

La carenza di medici operanti nell’ambito dell’Emergenza-Urgenza è comune a tutto il Paese ma a Carpi, “il sistema è in bilico e si rischia il collasso”, conclude l’operatore.

Ora di notte al Ps del Ramazzini sarà aperto un solo ambulatorio con un medico in servizio, coadiuvato da 5 infermieri (2 al triage, 2 negli ambulatori e 1 in Osservazione Breve intensiva): una situazione grave a cui l’Ausl di Modena sta tentando di porre rimedio al fine di ripristinare il doppio turno. “Stiamo lavorando su più fronti – spiega l’azienda sanitaria in una nota – per garantire la presenza dei due turni medici notturni, in particolare nell’orario di maggior afflusso di pazienti, tra le 20 e le 24, attraverso diverse azioni mentre si lavora anche sul fronte dell’appropriatezza delle prestazioni rispetto al bisogno sanitario del cittadino attraverso nuove progettualità e tipologie di assistenza da affiancare al PS per quanto riguarda i codici a minore gravità. Non vi sarà interruzione del servizio dunque, a garanzia della sicurezza dei cittadini, né vi sono già indirizzi definiti per il PS di Carpi”.

Il reperimento di risorse è assai difficile ma l’impegno dell’Azienda in tal senso prosegue attraverso la promozione di diverse azioni: “dall’indizione di numerosi concorsi pubblici, ripetuti più volte, per il reclutamento di personale a tempo indeterminato, determinato e libero professionale, allo scorrimento di graduatorie di concorso di altre Aziende della Regione, dalla pubblicazione di bandi finalizzati all’acquisizione di contratti Libero Professionali e per specializzandi, alla pubblicazione di bandi di mobilità. E’ stato inoltre costruito un percorso di cooperazione tra i Servizi di PS delle tre aziende sanitarie della provincia di Modena per la copertura di turni all’interno del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza, e in ultimo è stato indetto e poi assegnato un bando esterno per la fornitura di servizi medici. L’Azienda ha inoltre promosso progetti di incentivazione economica nei confronti del personale medico che lavora nei PS Ausl, per quanto riguarda l’attività ordinaria e aggiuntiva, al fine di assicurare il più possibile la stabilità e continuità dei professionisti”.

Le azioni sinora messe in campo però non hanno dato i risultati sperati. La coperta è corta e a furia di tirarla, i piedi sono rimasti scoperti. Il timore è che una semplice toppa non basterà per sanare una situazione da tempo traballante.

Jessica Bianchi