“Non è con i giardini pensili che si risolve il degrado al Biscione”

Il Biscione approda in Consiglio Comunale. Il progetto di rigenerazione messo in piedi dall’Amministrazione prevede che Acer e Comune acquisiscano 55 dei suoi 90 alloggi, un’operazione per nulla scontata dal momento che nel complesso edilizio, accanto a tre immobiliari che detengono un numero importante di alloggi, si aggiungono singoli proprietari perlopiù irreperibili. “Si investono cifre importanti col rischio di non risolvere il problema in modo definitivo” è il giudizio pressoché unanime (a eccezione di Carpi Futura) delle Opposizioni.

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Chi si aspettava un dibattito serrato in Consiglio Comunale circa l’acquisto delle prime unità immobiliari del Biscione, primo atto verso – forse – un’operazione di rigenerazione urbana ed edilizia del complesso immobiliare di via Unione Sovietica, 2 e 4 da nove milioni di euro, è rimasto certamente deluso. La delibera è infatti scivolata verso l’approvazione in poco meno di un’ora ma d’altronde i giochi erano ormai fatti. “Al momento – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi – è aperta la manifestazione di interesse rivolta ai proprietari per definire la loro volontà di vendere all’amministrazione. L’immobiliare Sarima che possiede 15 alloggi e 15 autorimesse è intenzionata a cederceli: sei appartamenti (e relativi garage) che si trovano in una torre saranno acquistati da Acer – Azienda Casa Emilia Romagna mentre gli altri nove (con altrettante autorimesse) che si trovano nell’altra torre verranno acquistati dal Comune. Ci impegniamo all’acquisto come ente pubblico per una somma di 223mila euro a cui si dovranno aggiungere circa 28mila euro di spese notarili. Sta iniziando a concretizzarsi un progetto ambizioso che vuole invertire un sistema che ha portato, non voglio usare la parola degrado, diciamo un crescente disagio nella zona”. Il progetto prevede che Acer e Comune acquisiscano 55 dei 90 alloggi del Biscione, un’operazione per nulla scontata dal momento che nel complesso accanto a tre immobiliari che detengono un numero importante di alloggi, si aggiungono singoli proprietari perlopiù “irreperibili” ammette l’assessore su sollecitazione della consigliera 5 Stelle, Monica Medici. “Sono 34 le unità critiche – prosegue – ed è lì che dobbiamo colpire, per stanare chi le regole non le segue”. E se un accordo non si dovesse proprio trovare, l’unica via percorribile sarebbe quella degli espropri. 

Duro l’intervento di Federica Boccaletti (Fratelli d’Italia) che invita l’assessore a utilizzare la parola “degrado” poiché di quello si tratta.  La zona è stata abbandonata da anni e “la si affronta con un ritardo clamoroso e con un progetto che rischia di essere un enorme dispendio di fondi pubblici senza risolvere nulla. L’Errenord di Modena ne è un triste esempio. Il punto è che non si tratta di un problema meramente architettonico, estetico, non è con i giardini pensili che si risolve il degrado al Biscione. Sempre più spesso questa Amministrazione parte dalla fine anziché dall’inizio”.

A esprimere dubbi sul progetto è anche la consigliera Medici:“iniziamo con un’acquisizione di 15 unità non sapendo quando arriveremo ad averne un numero sufficiente per partire coi lavori di riqualificazione, assumendoci nel frattempo oneri che prima non avevamo. Credo che l’obiettivo di acquistare 55 appartamenti sia sottostimato e lo si dovrebbe ripensare. In tutti i condomini, basta un appartamento marcio per trascinarsi dietro tutto il resto. O risolviamo a monte il problema o investiremo tantissimi soldi per ritrovarci tra quindici anni nella stessa situazione”. Perplessità condivise anche dal consigliere leghista Giulio Bonzanini, “si investono cifre importanti col rischio di non risolvere il problema in modo definitivo”.

Di tutt’altro parere la consigliera Anna Colli (Carpi Futura) che pur riconoscendo la “complessità del progetto e della sua futura gestione” intravede in questa operazione “la possibilità di generare qualità di vita, salute e sicurezza per rispondere ai crescenti bisogni della cittadinanza e offrire così risposte concrete alle tante fragilità presenti anche nella nostra città. Una sfida importante a cui non possiamo sottrarci e credo sia già tempo di iniziare a valutare la possibilità di inserirvi progetti di portierato sociale, ovvero realtà che operano in rete insieme ad associazioni, cittadini, negozianti… per contrastare solitudine e povertà”. 

Un progetto, ha aggiunto Maurizio Maio (Pd), “che dice molto su questa Amministrazione e questa maggioranza e di cosa vogliamo, in una logica inclusiva”. 

Due interventi a favore, gli unici, che non sono bastati a quietare Righi il quale non ha rinunciato a bacchettare le forze di opposizione: “perchè attaccate e basta? Se secondo voi un progetto non funziona fate proposte, diteci come migliorarlo. Quello di via Unione Sovietica tutto racconta tranne che di giardini pensili. Interveniamo pensando alle persone, per offrire servizi di prossimità, occasioni di comunità. A un nuovo abitare insieme. Il tema sociale è il pilastro, altro che architettura”. 

A dargli man forte l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari: “dal Biscione si sono sparse metastasi in tutto il quartiere, per questo abbiamo preso coraggio e deciso di intervenire perché da solo non è in grado di rigenerarsi. Avere la maggioranza degli immobili ci consentirà di guidare il cambiamento, assetto sociale compreso. Non ci limiteremo a ristrutturare ma ci impegneremo affinché chi vi rimane possa tenere a galla la gestione. In quello spazio vogliamo inserire fragilità diverse, creando un abitare supportato, con servizi per anziani e minori i quali giungeranno da testa di ariete per presidiare”.

La delibera è stata approvata col voto favorevole di Pd, Carpi Futura e Movimento 5 stelle (contrari Lega e Fratelli d’Italia).

Jessica Bianchi