“Oggi parliamo della quarta ondata” esordisce il direttore generale Ausl di Modena Antonio Brambilla nel consueto appuntamento settimanale per fare il punto sulla pandemia in provincia di Modena. Lo dicono i numeri, “abbiamo 92 tamponi positivi ogni 100mila abitanti ben al di sopra dei 50 che rappresentano il riferimento per considerare la fase pandemica quiescente. Quindi diciamo che il virus circola e soprattutto nelle fasce più giovani dove la percentuale di vaccinati, pur crescendo nelle ultime settimane, resta bassa e la vita sociale è più intensa”. In provincia di Modena, la percentuale di vaccinati è appena sopra il 50% nella fascia tra i 12 e i 14 anni; sale al 70% nella fascia tra i 15 e i 19.
“Parallelamente però non stanno crescendo i ricoveri tanto quanto i contagi” precisa Brambilla. Sono una cinquantina le persone ricoverate nei reparti covid del Policlinico di Modena e nella sub intensiva di Carpi, mentre gli altri ospedali sono tutti puliti, cioè non ospitano pazienti covid. Una decina di questi pazienti era stata ricoverata per altri motivi e ha scoperto in ospedale di essere positiva.
“Se l’andamento è questo e rallenta la curva dei contagi, riusciremo a gestire questa fase” ammette il direttore generale Ausl che aggiunge, “dal nostro punto di vista la situazione resta sotto controllo pur di fronte a questo aumento del 30% di contagi alla settimana”.
Sul fatto che tra i ricoverati ci siano anche persone vaccinate, Brambilla precisa che “è normale e in base alle considerazioni fatte con l’Agenzia sanitaria è il quadro che ci si aspettava. Non tutta la popolazione risponde in modo adeguato e identico alle vaccinazioni e questo vale per tutte le vaccinazioni, dall’antinfluenzale al morbillo. I pazienti vaccinati ricoverati per covid presentano altre patologie concomitanti e un sistema immunitario che non reagisce adeguatamente al vaccino. Sono comunque molto più numerosi i ricoverati non vaccinati e rappresentano il 75-80% dei ricoverati attualmente in ospedale per covid”.
A chi fa riferimento a questo dato per delegittimare la campagna vaccinale, Brambilla replica che “i numeri sono coerenti con i dati internazionali e non c’è nulla di strano. Ci sono soggetti vaccinati che possono non aver sviluppato una reazione immunitaria adeguata, in particolare i soggetti fragili. A fronte di un aumento dei contagi progressivo e repentino non c’è un aumento dei ricoveri altrettanto progressivo e repentino come c’era stato quando non avevamo a disposizione il vaccino. Stiamo monitorando le fasce d’età che si positivizzano e sono quelle dei giovani dove la percentuale dei vaccinati è molto più bassa. Ieri, tra i nuovi positivi uno solo era over70 e non so se vaccinato o meno a dimostrazione del fatto che nelle fasce d’età in cui la percentuale di vaccinati è molto alta la possibilità di contagiarsi è molto più bassa. Questo è il motivo per cui bisogna vaccinarsi: per una ragione di responsabilità comunitaria e da cui anche l’individuo trae giovamento”.