“Vietare l’ingresso all’interno del locale ci consente di mantenere gli spazi incontaminati”

Le città in giallo ripartono e a sei mesi di distanza dall'ultima volta, si torna a cenare fuori, anche se solo ed esclusivamente all'aperto. Dal 26 aprile hanno infatti riaperto bar e ristoranti, un passo atteso da molti nostri concittadini, desiderosi di gustare un piccolo assaggio di “normalità”. Ma tra regole e coprifuoco come se la stanno passando baristi e ristoratori? Come è stato recepito dai carpigiani questo via libera, seppur con riserva, da parte del Governo? Siamo una città disciplinata? La testimonianza di Sarita Incerti titolare del bar Rotondina.9 in via San Francesco 9.

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Sarita Incerti titolare del bar Rotondina.9

Sarita Incerti titolare del bar Rotondina.9 in via San Francesco 9 non ha cambiato le buone abitudini adottate in zona arancione per evitare il rischio di contagio con la differenza che oggi i clienti si possono fermare all’aperto ai tavolini per godersi il caffè.

Il tavolo è ancora sistemato nel mezzo della porta che resta sempre aperta, e i clienti lì si devono fermare per ordinare il caffè e la brioche. 

“Vietare l’ingresso all’interno del locale ci consente di mantenere gli spazi incontaminati. Nel frattempo i clienti si possono accomodare nei tavolini all’aperto in attesa che noi serviamo loro ciò che hanno ordinato” spiega. 

A volte all’esterno si vede la fila, ma “non posso – sorride Sarita – preparare i caffè e contemporaneamente essere fuori a verificare il distanziamento. Quando mi capita di osservare un comportamento scorretto lo faccio notare ma ci sono già i vigili urbani che fanno il loro lavoro passando qui davanti tutti i giorni”.

In zona gialla si lavora meglio ma l’incasso di fine giornata dipende dal meteo. “Quando ci sono giornate piovose come quella di ieri a nessuno viene in mente di fermarsi all’aperto per bere il caffè”.

Sara Gelli