Tutte le donne di Villa delle Rose

Villa delle Rose, un luogo speciale reso ancora più grande dal valore delle donne che vi hanno vissuto. Da Rosa Testi Rangoni, costretta a scontare tre anni di carcere per avere ricamato la bandiera di Ciro Menotti e avere avuto rapporti con i rivoltosi, a Egle Fanelli, conosciuta nel mondo dell’ippica per essere stata la prima grande allevatrice italiana di trottatori, all’affascinante Isabel Trewhella a cui si deve il nome stesso della villa di Novi di Modena.

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Cartolina dei primi del Novecento: Isabel Trewhella riprende le sue maestranze in un momento della vita quotidiana. All’orizzonte i filari di pioppi del galoppatoio

Ci sono luoghi pieni di fascino che custodiscono piccole e grandi storie. Ville e palazzi in cui si sono susseguiti i passi di uomini e donne che hanno segnato la Storia del nostro territorio. Pietre che ancora oggi sussurrano i racconti di vite passate. Un lascito che abbiamo il dovere – e il piacere – di raccogliere per meglio comprendere cosa è stato, per trarre spunto dall’esempio di persone che hanno lasciato un segno e costruire così un futuro maggiormente consapevole. Tra questi luoghi da riscoprire vi è certamente la residenza di campagna dei conti Testi, poi Villa delle Rose, edificata all’inizio dell’Ottocento, a Novi di Modena. La villa, che sorge su un’area estesa poco più di 13 biolche, un tempo era completamente delimitata da un muro di cinta ed era destinata in larga parte a parco e giardino. 

Nelle sue stanze una donna coraggiosa, Rosa Testi Rangoni, compose il tricolore per i moti insurrezionali di Modena del 1831, scrivendo una bella pagina per la causa del nostro Risorgimento. Ma quella di Rosa,  costretta a scontare tre anni di carcere per avere ricamato la bandiera di Ciro Menotti e avere avuto rapporti con i rivoltosi, non è la sola storia esemplare che interessa la villa e che ha come protagonista una donna. 

Nell’ultimo quarto dell’Ottocento, la dimora padronale e le strutture annesse furono alienate dagli eredi della contessa Testi al ricco barone genovese Giovanni Roggieri e nel 1879 suo figlio Alberto vi impiantò un allevamento di cavalli trottatori. Quando Egle Fanelli, conosciuta nel mondo dell’ippica per essere stata la prima grande allevatrice italiana di trottatori, incontrò Alberto Roggieri – si legge nell’interessante articolo Lady Hambletonian – Tra amore e cavalli, una storia novese e italiana scritto dalla storica carpigiana Lucia Armentano – aveva circa ventidue anni e in poco tempo diventarono amanti, più o meno nel periodo in cui il matrimonio di lui stava naufragando. Lady Hambletonian era lo pseudonimo che aveva scelto per sé e per la sua scuderia di Novi, regalo del barone, con cui condivise l’esperienza per alcuni anni. Nelle testimonianze di chi li conobbe e li frequentò affiorano i particolari di una relazione non semplice e non solo perché sfidava le convenzioni sociali del matrimonio, della famiglia e del rango. Il rivale di Lady Hambletonian infatti non fu la ex moglie di Alberto bensì il vizio del gioco che appassionò il Roggieri e lo portò sul lastrico. Si narra che in una notte si giocò al casinò uno yacht con tutto l’equipaggio, il Maria, una goletta costruita a Gosport nei cantieri Camper & Nicholson nel 1860 e da lui ribattezzata Emilia. Ciò che univa il barone alla giovane Egle fu la comune passione per i cavalli. 

Scatto nel parco di Villa delle Rose in occasione del Convegno ciclistico del 1905 tratto da volume Novinbici

Nel 1896 però l’intero complesso della villa con le dipendenze annesse, box, fienili, pista e probabilmente anche i cavalli, fu venduto in blocco a Giovanni Trewhella, un costruttore ferroviario appartenente a una ricca famiglia di origine inglese ma naturalizzato italiano, costringendo Egle a trasferirsi con i suoi cavalli a Modena.

Colti e amanti dell’arte i Trewhella restaurarono e riportarono all’originario splendore il palazzo costruito da Carlo Testi, ministro di Napoleone Bonaparte nella Repubblica Cisalpina. Introdussero anche grandi novità tecnologiche per l’epoca, come un innovativo impianto a biogas a uso della cucina. A spiccare tra i componenti della famiglia è senza dubbio l’affascinante figura di Isabel Trewhella a cui pare si debba la suggestiva denominazione Villa delle Rose. Isabel, grande appassionata di fotografia, è stata senza dubbio colei che più di tutti intratteneva rapporti con la gente di Novi ed è stata lei a dar vita alla consuetudine di premiare con libri di lettura gli alunni più meritevoli della scuola elementare e di mettere a disposizione il parco della villa per feste e manifestazioni sportive. 

Nel volume Novinbici pubblicato dal novese Claudio Malavasi scopriamo infatti che i Trewhella erano soci attivi del Touring Club Ciclistico Italiano e che furono proprio loro a organizzare nel 1897 e nel 1898 le prime gare ciclistiche di velocità. Gare che si svolsero sulla pista in terra battuta del galoppatoio attiguo alla Villa costruito dal barone Roggieri.

Il 27 agosto 1905 poi, si tenne a Novi un grande convegno ciclistico con tanto di gara di fanfare in bicicletta. Le società e i club ciclistici sfilarono più volte tra due fittissime ali di pubblico per giungere infine alla Villa delle Rose, dove Isabel Trewhella oltre a scattare numerose fotografie volle offrire loro come gesto di amicizia un piccolo rinfresco.

La Villa, oggi di proprietà della Famiglia Vecchi, è tornata alla sua antica bellezza grazie agli interventi eseguiti dopo le ferite che il sisma le aveva inflitto. Un luogo speciale reso ancora più grande dal valore delle donne che vi hanno vissuto.

Jessica Bianchi 

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