“Tutti i giorni mi dicono che sono previsti degli arrivi di dosi di vaccino anti Covid. 100mila, 200mila, 3 milioni… tutti stanno dando i numeri ma io non vedo alcun cambio di passo. Se vogliamo arrivare a centrare l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno a partire da metà aprile si devono incrementare le dosi peraltro promesse da mesi”. E’ lapidario il direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Claudio Vagnini.
“Siamo preoccupati – ammette – poiché questa situazione è francamente incomprensibile. Israele ha fatto il suo percorso in modo encomiabile, poi possiamo ragionare se il sistema adottato dal Paese sia quello giusto, ovvero offrire più soldi alle grandi aziende produttrici per avere i vaccini, ma anche gli Stati Uniti stanno procedendo con quote vaccinali incredibili mentre noi europei ci stiamo barcamenando. L’atteggiamento di questi grandi gruppi industriali è davvero incomprensibile”.
Nel modenese “stiamo utilizzando tutto l’utilizzabile – conclude il direttore – mantenendo solo una riserva dell’8-9% di dosi e assicurare così le seconde inoculazioni. Avremmo una capacità vaccinale ben più alta ma manca la materia prima”. E così, di ritardo in ritardo, il tempo passa e il ritmo delle vaccinazioni è quantomai letargico. Un problema che si somma ad altri nervi scoperti: mentre in alcuni punti vaccinali si procede con le operazioni fino a mezzanotte, vedi Modena, e in alcune realtà, come quella bolognese, si sperimenta il drive trough vaccinale, a Carpi a causa della inadeguatezza della sede scelta, ovvero il centro prelievi posto al piano interrato dei poliambulatori del Ramazzini, si vaccina solo a partire dalle 12, rendendo necessaria l’installazione di una nuova tensostruttura. Sarà in grado la sanità locale di farsi trovare pronta quando quelle benedette dosi arriveranno e inizierà la campagna di vaccinazione di massa?
J.B.