“Non è una guerra tra ciclisti e automobilisti”

“Ogni cambiamento genera resistenze ma la Rete di mobilità di emergenza diventerà una prerogativa essenziale del nostro vivere assieme. La riduzione della velocità, e l’introduzione di numerose zone 30, è un elemento imprescindibile per far calare il numero degli incidenti stradali: in città si va piano e in questo modo pedoni e ciclisti si sentiranno più sicuri”, ha spiegato il sindaco Alberto Bellelli.

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“Non è una guerra tra ciclisti e automobilisti”. Queste le prime parole del sindaco Alberto Bellelli nel commentare, durante una diretta Facebook, la creazione della Rete di mobilità di emergenza. 20 chilometri di percorsi ciclabili che rappresentano secondo il primo cittadino “una piccola, ma grande rivoluzione” ma che in città ha fatto storcere il naso a molti.
“Ogni cambiamento genera resistenze ma questo intervento diventerà una prerogativa essenziale del nostro vivere assieme. La riduzione della velocità, e l’introduzione di numerose zone 30, è un elemento imprescindibile per far calare il numero degli incidenti stradali: in città si va piano e in questo modo pedoni e ciclisti si sentiranno più sicuri”, prosegue il sindaco.
Carpi è la prima città in provincia ad aver adottato la Rete di mobilità di emergenza, ma non “saremo i soli”, aggiunge il sindaco.
Un’azione che non diventerà un alibi per non continuare a investire nella ciclabilità e nella realizzazione di piste in sede propria: “lavoreremo per promuovere la mobilità dolce”, assicura Bellelli.
Durante la diretta i cittadini hanno posto alcune (poche) questioni: dalla necessità di manutenere le strade, le piste ciclabili e i marciapiedi al rifacimento della segnaletica orizzontale.
“Le manutenzioni sul manto stradale – ha spiegato Marco Truzzi, assessore ai Lavori Pubblici – restano prioritarie e confermate. Abbiamo inoltre stanziato 130mila euro da dedicare ai pedonali e ai marciapiedi sconnessi. Sul fronte della segnaletica orizzontale quest’anno abbiamo provveduto con un rinfresco importante, tuttavia la città continua ad averne davvero bisogno. Abbiamo dato la priorità agli attraversamenti pedonali e alle linee di arresto nelle arterie principali e davanti alle scuole, ma proseguiremo. Prevista anche la manutenzione della ciclabile che scorre in sede separata su via Remesina, a partire dal polo scolastico per arrivare fino a Fossoli. Stiamo ultimando la progettazione che prevede la creazione di un muretto di contenimento per risolvere il cedimento laterale che sta spostando gli autobloccanti: un intervento che ci impegnerà per circa mezzo milione di euro”.
La prossima primavera, la RME si mostrerà in tutto il suo splendore: “da viale Manzoni che resterà a 50 km orari e con due corsie dedicate per le due ruote – prosegue l’assessore Truzzi – a via Ugo da Carpi dove l’attuale percorso ciclabile diventerà pedonale e sulla strada verrà tracciata una pista bidirezionale di due metri e mezzo di larghezza”.
Qualcuno ha ironizzato dicendo che per tirare una riga non occorreva un grande sforzo mentale ma, sottolinea Marco Truzzi, “questa soluzione ci permette di fare ciclabili con poche risorse (circa 200mila euro) e tanti chilometri. Per capire i costi di una ciclabile in sede propria, pensate che quella in fase di completamento tra via Ramazzini e Lago di Bracciano, lunga circa un chilometro, è costata mezzo milione di euro”.
Dalle RME restano esclusi i collegamenti extraurbani, per quelli, conclude Truzzi, ci candideremo a grandi finanziamenti”.
Jessica Bianchi