Non chiamatela task force…

E’ nato Progetto Carpi, il gruppo di lavoro composto da economisti e sociologi di fama nazionale e non solo che affiancherà la Giunta nel programmare la ripartenza economica dopo il duro colpo assestato dalla pandemia. Il progetto costerà alle casse del Comune 25mila euro: una cifra sostenibile ma solo a una condizione, che laddove gli esperti siano davvero in grado di offrire vedute nuove, fuori dai soliti schemi precostituiti, i nostri amministratori siano poi in grado di accettare la sfida e di percorrere strade nuove.

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Massimiliano Panarari

“Non chiamatela task force – sottolinea il sindaco Alberto BellelliProgetto Carpi è un gruppo di lavoro multidisciplinare composto di economisti e sociologi ai quali chiediamo di analizzare il nostro distretto, incontrare gli stakeholder del territorio e fornirci entro l’anno un documento scritto a più mani per meglio comprendere la Carpi del futuro, quella post Covid, e il modello da cui ripartire per produrre ricchezza e ridistribuirla. Di fronte alla crisi economica generata dalla pandemia ne seguirà una sociale, come testimoniano le 1.700 richieste di sostegno alimentare giunte nella fase più acuta della pandemia. La politica non vuole abdicare al suo ruolo, bensì dotarsi di strumenti nuovi a fronte di una forbice, quella della povertà, destinata ad allargarsi. Gli esperti che siedono a questo tavolo ci consentiranno di uscire dagli schemi e di porci le giuste domande”.

Del gruppo fanno parte Giovanni Carrosio, sociologo dell’Università di Triest e ricercatore del forum Disuguaglianze Diversità, Franco Mosconi, professore ordinario di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma ed editorialista per il Corriere di Bologna, il sociologo Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione a Roma e di Informazione e potere alla Bocconi di Milano, nonché editorialista e collaboratore di varie testate e le carpigiane Paola Ruggiero, laureata in Economia e commercio alla Luiss con una trentennale esperienza maturata all’interno degli istituti di credito e Daniela Bigarelli, ricercatrice che cura l’Osservatorio triennale sul tessile – abbigliamento.

Il progetto (che costerà alle casse del Comune 25mila euro) è il primo nel suo genere per un “ente locale delle nostre dimensioni – aggiunge il vicesindaco, Stefania Gasparini – ma il momento che viviamo è eccezionale e ci pone di fronte a sfide del tutto inedite che avranno ripercussioni estremamente impattanti anche per il nostro territorio. Per tale motivo occorre attrezzarsi e fare tesoro delle competenze e delle esperienze degli esperti. Professionisti che potranno delineare scenari futuri, aiutarci ad alzare lo sguardo da terra e indicare possibili linee di indirizzo”. Il nostro distretto è stato attraversato da crisi cicliche ma, prosegue Gasparini, “è sempre riuscito a evolversi, contenendo così il contraccolpo sociale. Oggi però la situazione è cambiata e se non agiamo tempestivamente rischiamo che il nostro territorio riporti ferite insanabili”.

La pandemia ha messo a dura prova il settore moda ma, a differenza del passato, conclude il vicesindaco, “oggi il mercato del lavoro non è in grado di riassorbire eventuali esuberi”.

Non ci si può permettere di sprecare una crisi. E’ un’opportunità di fare cose che non si pensava di poter fare prima. E’ dalle parole usate da Rahm Emanuel, capo di gabinetto di Obama alla Casa Bianca, all’epoca del crollo finanziario del 2008, che prende spunto Paola Ruggiero: “oggi si aprono scenari incredibili nei quali si possono rivedere e stravolgere i rapporti intercorsi sinora tra imprenditoria e sistema finanziario ad esempio. I comportamenti sono guidati dalle percezioni ed è lì che nel nostro piccolo possiamo agire, basta modificare alcune logiche. Dobbiamo comprendere che siamo tutti parte dello stesso tessuto. Le banche esistono laddove esiste un sistema di imprese e se le famiglie risparmiamo. Siamo tutti dalla stessa parte. Con umiltà, grazie a questo progetto, faremo un passo, tutti insieme, per tentare di rendere Carpi migliore”. “Non esistono scenari naturali generati da questa crisi, – aggiunge Giovanni Carrosio – bensì spazi di possibilità che si aprono e vanno riempiti da una politica capace di prendere le giuste decisioni. Viviamo una situazione incertezza senza precedenti e quindi c’è bisogno di mobilitare tutte le conoscenze a disposizione. Di metterle a sistema, a fattore comune, per tentare di fare un salto qualitativo. Credo sia importante non cadere nell’errore secondo cui la crisi che stiamo vivendo sia imputabile soltanto al Covid: molte forme di disagio e povertà erano in incubazione ben prima della pandemia. Il lavoro che ci aspetta è dunque quello di comprendere in termini retrospettivi come si è evoluto il distretto carpigiano nel tempo, dialogando con tutti i soggetti in campo e quali processi sono stati accelerati dall’emergenza sanitaria per poi provare a suggerire, con molta umiltà, cosa si potrà fare in futuro”.

25mila euro sono una cifra sostenibile ma solo a una condizione, che laddove gli esperti siano davvero in grado di offrire vedute nuove, fuori dai soliti schemi precostituiti, i nostri amministratori siano poi in grado di accettare la sfida e di percorrere strade nuove. Perchè oggi, di fronte alla complessità delle sfide che si profilano all’orizzonte, l’adagio Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, non è più accettabile.

Jessica Bianchi

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