Una novella ai tempi del Coronavirus

I proventi della novella Appuntamento in terrazzo dell’autrice carpigiana di romance Felicia Kingsley (all’anagrafe Serena Artioli), saranno donati al Reparto di pneumologia del Policlinico di Modena.

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Felicia Kingsley (all’anagrafe Serena Artioli)

Rimanete a casa, rimanete a casa, si sente urlare dagli altoparlanti delle uniche auto che circolano per le strade deserte di Milano”. Inizia così la novella Appuntamento in terrazzo di Felicia Kingsley (all’anagrafe Serena Artioli), uscita il 20 aprile in formato ebook e disponibile per l’acquisto sui principali siti di e-commerce (Amazon, Kobo, Ibs, Google Play, iTunes).

L’autrice carpigiana, che si è fatta conoscere in tutta Italia con i suoi romanzi rosa ricchi di ironia e leggerezza, ha scelto di destinare il ricavato della vendita al Reparto di pneumologia del Policlinico di Modena diretto dal professor Clini, in questi giorni fortemente impegnato nella lotta al Covid-19.

“L’ho scritta per donare qualche ora di spensieratezza a chi vorrà leggerla e farla propria, ma anche per contribuire, nel mio piccolo, a sostenere l’emergenza sanitaria”.

Appuntamento in terrazzo è ambientato in questo periodo di quarantena?

“Esattamente. Racconta le vicende e le vicissitudini di diversi personaggi che si intrecciano durante la reclusione forzata in casa. Lo sfondo è Milano. In un palazzo vediamo Alex che si ritrova in isolamento con quella che da poche ore è diventata la sua ex, l’ultima persona con cui vorrebbe condividere l’aria. A distanza di una parete, nell’appartamento accanto al suo, c’è Didi, tornata a casa dei suoi per quella che avrebbe dovuto essere una breve visita, e che si ritrova, invece, reclusa con una madre complottista dipendente dai social, un padre drogato di lavoro che ha trasformato la casa in un ufficio, una sorella diciottenne aspirante influencer con cui è costretta a dividere la camera e un nonno nostalgico. Per Alex e Didi la situazione è soffocante e, privati dei propri spazi, non resta loro che un posto per trovare un attimo di pace: il terrazzo. Le vite di Alex e Didi s’incrociano in un momento di emergenza e, quello che nasce come un incontro inaspettato, diventa un piacevole appuntamento quotidiano, e forse in qualcosa di più”.

Come è nata l’idea del libro a scopo solidale?

“Io e la casa editrice (Newton Compton) abbiamo ragionato insieme su cosa fare per dare un contributo all’emergenza e, al contempo, cercare di rendere la situazione un po’ più leggera, ed è così che è nata questa novella. Scrivere è stata una necessità per trovare serenità interiore in un momento che di sereno ha ben poco. Tuttavia è stata scritta con uno spirito di leggerezza, senza entrare in quelle che sono le tinte più drammatiche del periodo, perché penso sia giusto rispettare il dolore di quelle persone che hanno un amico o un parente malato o che non c’è più. Pertanto, ho preferito concentrarmi sugli aspetti tragicomici e a volte grotteschi di questa situazione inedita, ossia della chiusura in casa obbligatoria, che ha costretto tutti a rivedere la propria quotidianità, l’uso del tempo e la gestione degli spazi. In questa cornice sono inseriti Alex e Didi, due ragazzi sulla trentina che si trovano a riscoprire il valore dei rapporti umani proprio durante i loro quotidiani incontri in terrazzo, dapprima casuali e poi cercati”.

Tu come stai vivendo la quarantena?

“Ci sono momenti buoni in cui conto sulla fiducia e aspetto buone notizie, e momenti meno buoni, in cui lo sconforto bussa alla porta. Nel secondo caso cerco di dedicarmi ad attività che mi mettano in pausa la testa, soprattutto manuali. Chiudere i tortellini è una di queste. Non ho una routine ma cerco di fare una cosa diversa, anche piccola, ogni giorno in modo da dare un significato allo scorrere del tempo. Infine c’è la musica che nel mio caso è un salvavita”.

Chiara Sorrentino