Rinnovato il Day Hospital Oncologico del Ramazzini grazie all’impegno di Amo

L’Amo - Associazione Malati Oncologici di Carpi ha raccolto 200mila euro e interamente finanziato la ristrutturazione di quattro ambienti del Day Hospital Oncologico: realizzati due nuovi ambulatori per le terapie di supporto al primo piano e rinnovata l’area adibita alla preparazione dei farmaci al piano terra, con l’aggiunta di una zona dedicata al personale infermieristico.

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“Oggi il nostro ospedale compie un importante e ulteriore passo avanti nell’assistenza offerta ai suoi pazienti oncologici, mettendo a loro disposizione ambulatori dedicati alle terapie di supporto in grado di accoglierli e prenderli in carico in un momento difficile della loro vita, supportandoli e aiutandoli a sconfiggere il dolore e gli effetti collaterali delle cure”. Così l’assessore alle Politiche Sociali Tamara Calzolari ha commentato la preziosa donazione fatta da Amo – Associazione Malati Oncologici di Carpi per la riqualificazione del Day Hospital Oncologico dell’Ospedale Ramazzini. L’Amo ha infatti interamente finanziato la ristrutturazione di quattro ambienti: realizzati due nuovi ambulatori per le terapie di supporto al primo piano e rinnovata l’area adibita alla preparazione dei farmaci al piano terra, con l’aggiunta di una zona dedicata al personale infermieristico.

200mila messi insieme grazie all’assiduo lavoro dei volontari attraverso l’organizzazione di cene e momenti di raccolta fondi: “il nostro obiettivo – spiega la presidente del sodalizio, Franca Mestieri – è quello di mettere sempre al centro il paziente, affinché possa essere curato da medici preparati e in un ambiente piacevole e riservato”.

“In due anni – le fa eco il primario dell’Unità operativa di Medicina Oncologica, dottor Fabrizio Artioli – i volontari hanno coinvolto oltre 10mila persone. Uomini e donne che con la loro generosità hanno reso possibile tutto questo. E dunque il mio ringraziamento va a tutti loro: 10mila volte grazie. La nostra è una comunità che si impegna per il bene dei più deboli e questa cultura della solidarietà è impagabile”.

L’Ambulatorio terapie di supporto, nato nel 2010, e oggi completamente ridisegnato, rappresenta un innovativo progetto assistenziale che integra le cure oncologiche attive con quelle di supporto e dunque di cura dei sintomi, a “partire dal dolore”, precisa il dottor Artioli. “Il paziente oncologico – prosegue – non deve sentire dolore e quindi uno dei nostri compiti, unitamente agli operatori della rete di cure palliative coordinata dal dottor Paolo Vacondio, è quello di combatterlo attraverso opportune terapie antalgiche e aumentare così la qualità di vita delle persone”.

Jessica Bianchi