Non chiamiamoli eroi…

La situazione è a dir poco paradossale anche a livello provinciale. Il sottorganico è cronico e il Distaccamento di Carpi che dovrebbe prevedere sette unità ne ha costantemente solo cinque in attivo, poiché la mancanza di personale è un fenomeno comune a tutta la provincia e i vigili disponibili devono pertanto essere redistribuiti. Assurdo che un distaccamento come quello carpigiano, che assicura circa 1.600 - 1.700 interventi l’anno venga trattato al pari di altri molto più piccoli e dall’attività ridotta.

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Ogni tragedia diventa l’occasione per celebrarli pubblicamente come eroi ma la realtà ha un sapore ben più amaro. Da anni, infatti, lo Stato taglia le risorse al corpo dei Vigili del Fuoco dimostrandosi sordo a ogni legittima e giustificata richiesta di aiuto.
Più uomini e mezzi per poter finalmente lavorare in sicurezza. Sono queste le richieste che da anni il Corpo dei Vigili del Fuoco avanza, inutilmente, al Governo. Appelli che, malgrado le pacche sulle spalle ricevute e le parole di vicinanza spese, continuano vergognosamente a cadere nel vuoto.
“A parole il Governo ci ascolta. Non si contano gli attestati di stima e le strette di mano ma, alla fine, i fondi stanziati sono sempre meno e le promesse puntualmente disattese”, sottolinea il vigile Claudio Accorsi in occasione del presidio di protesta (in foto) lo scorso 15 novembre, a Modena, davanti alla Prefettura.
Anziché chiamarli eroi, lo Stato ha l’obbligo di mettere in campo ogni azione possibile affinché l’incolumità di questi uomini e donne sia salvaguardata, ogni giorno. Su ogni intervento.
“In particolare – prosegue Accorsi – rivendichiamo la valorizzazione del nostro lavoro, unico e non comparabile a quello di nessuna altra forza di sicurezza o di polizia, dal punto di vista retributivo e previdenziale, una maggior tutela e garanzia degli infortuni, risorse adeguate per il rinnovo del contratto di lavoro, il potenziamento degli organici del corpo a livello nazionale e, infine, più addestramenti e manutenzioni dei mezzi”.
Un dispositivo, quello del soccorso modenese e italiano, che andrebbe rafforzato, aggiunge il collega Massimo Cuoghi, “anche in considerazione del peggioramento delle condizioni climatiche e delle emergenze che il Paese vive ormai quotidianamente”.
La situazione è a dir poco paradossale anche a livello provinciale. Il sottorganico è cronico e il Distaccamento di Carpi che dovrebbe prevedere sette unità ne ha costantemente solo cinque in attivo, poiché la mancanza di personale è un fenomeno comune a tutta la provincia e i vigili disponibili devono pertanto essere redistribuiti. Assurdo che un distaccamento come quello carpigiano, che assicura circa 1.600 – 1.700 interventi l’anno venga trattato al pari di altri molto più piccoli e dall’attività ridotta. A rendere la situazione ancor più problematica è la presenza intermittente, in un tessuto cittadino contraddistinto dalla presenza di numerosi condomini, di un’autoscala: quella in servizio a Carpi – che copre tutta l’Area Nord della provincia – è spesso in prestito ad altre realtà della Regione e questo comporta problemi legati alla tempestività nel soccorso e, allo stesso tempo, compromette la sicurezza dei pompieri, costretti a operare senza l’ausilio di un mezzo fondamentale.
Avere a disposizione tutti i mezzi necessari, laddove la componente tempo gioca un ruolo chiave, può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
Istanze che, al momento, non paiono trovare alcun riscontro nella legge di Bilancio in discussione in Parlamento e, pertanto, i Vigili del Fuoco hanno deciso di mobilitarsi, incrociando le braccia per quattro giornate di sciopero, durante le quali sarà comunque garantita l’attività di soccorso urgente alla popolazione.
Jessica Bianchi

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