In classe con il diabete

0
745

Francesco ha 10 anni, il diabete e una gran voglia di partecipare alla gita scolastica. La sua storia ha un lieto fine: grazie al dirigente scolastico che ha deciso che nessun bambino doveva essere escluso, grazie agli insegnanti che hanno accettato di imparare a gestire il diabete del loro alunno, grazie all’infermiera della Pediatria di Comunità che si è resa disponibile a recarsi a scuola per spiegare alle maestre come misurare la glicemia e somministrare l’insulina… Francesco è andato in gita.
Non c’è una legge che obbliga a intraprendere questa strada, ma poche piccole cose possono fare la differenza nella vita di un bambino affetto da diabete. Non sempre è così benché per somministrare l’insulina non servano competenze sanitarie: è sufficiente una formazione specifica e un atto di volontariato per un’alleanza tra la scuola e la famiglia, per permettere ai bambini un inserimento scolastico in sicurezza e senza discriminazioni. In provincia di Modena, dove l’Azienda Usl assiste quasi 200 minori con diabete di tipo 1 affinché i bambini non debbano rinunciare alle occasioni di crescita, educazione, apertura di orizzonti, amicizia che la scuola offre loro, è stato siglato nell’aprile del 2019 un Protocollo per l’inserimento scolastico del bambino con diabete approvato col parere positivo della FeDER – Federazione Diabete Emilia Romagna.

Un protocollo di avanguardia che vede la sanità modenese fare un salto di qualità – e di responsabilità – nell’indicare alle scuole le corrette procedure di assistenza e nel garantire la necessaria formazione, per riconoscere un diritto fondamentale dei minori diabetici, quello di vivere le stesse esperienze rivolte ai loro compagni, senza paura, sentendosi sicuri, protetti e accompagnati.

Il protocollo modenese deve aver ispirato la circolare firmata nei giorni scorsi dalla Regione e dall’Ufficio scolastico regionale grazie a cui ci sarà la possibilità di testare il valore della glicemia dei bambini ed eventualmente l’assistenza per la somministrazione di insulina, da parte del personale scolastico che accetta di svolgere questa attività. Naturalmente, nessuno sarà costretto a farlo, e chi lo farà riceverà prima un’adeguata formazione. I percorsi formativi offerti al personale docente sono uno strumento in più, che si affianca a quelli già a disposizione.

Una formazione su base volontaria offre un duplice vantaggio: gli insegnanti acquisiscono le conoscenze e, di conseguenza, maturano anche la tranquillità per le varie attività scolastiche e ricreative. La tranquillità degli insegnanti diventa poi anche quella dei bambini con diabete, che si sentono così come gli altri in mezzo ai loro compagni.

S.G.