La tempesta perfetta

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Sono già un esercito in città e ben presto scateneranno la tempesta perfetta. Stiamo parlando degli Over 65: hanno già raggiunto quota 16.464 su una popolazione residente pari a 71.836 individui (dati Istat – gennaio 2019) e c’è poco da stare allegri. “I numeri demografici sono impietosi e i bisogni continueranno a crescere in futuro. Denatalità e invecchiamento della popolazione rappresentano due sfide complesse a cui questa Amministrazione non si vuole sottrarre, al contrario”, sottolinea l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari. E per non essere travolti da questo tsunami annunciato è necessario correre ai ripari e al più presto. Come? “Investendo maggiormente nella domiciliarità, rendendo più flessibili i servizi, incoraggiando la nascita di esperienze di cohousing e di portierato sociale”, prosegue l’assessore. Al momento a Carpi si sta sperimentando con successo una coabitazione tra persone con fragilità: “sono in 16, la convivenza si sta rivelando positiva e per tale motivo vorremmo che tale formula si moltiplicasse in città. Un’esperienza capace di mantenere gli anziani attivi, inseriti in un contesto sociale stimolante. Insomma un modo per cercare di mantenere le loro abilità residue, allontanando così, il più a lungo possibile, lo spettro della non autosufficienza”. Una popolazione che invecchia, affetta da multipatologie croniche, che vive in case inadeguate, prive di ascensori e dalle innumerevoli barriere architettoniche: “vogliamo coinvolgere la Fondazione Cassa di Risparmio per poter attivare una sorta di fondo rotativo per sostenere i privati che vorranno ristrutturare il proprio immobile per renderlo rispondente alle esigenze di anziani e malati” annuncia l’assessore. Ad oggi Domus, cooperativa a cui il Comune di Carpi ha affidato da anni il servizio di assistenza domiciliare, assiste quotidianamente nelle loro case 176 persone (a cui si aggiungono 25 utenti a cui vengono consegnati i pasti a domicilio e  63 seguiti dal servizio di telesoccorso) ma, specifica Calzolari, “bisogni più ampi e complessi esigono risposte differenti e dunque vorremmo introdurre alcuni cambiamenti per rendere l’assistenza maggiormente efficace e più adatta alle necessità dei grandi malati e delle persone affette da demenze”.
Accanto a tale revisione, l’altra parola d’ordine è flessibilizzazione: “per sostenere i caregiver e i familiari che vivono con un anziano, poter accedere alle strutture diurne la domenica è stato un grande passo avanti. Rendere i nostri servizi meno ingessati è la strada da continuare a esplorare”.
Prosegue con successo anche la sperimentazione condotta nei due palazzi Erp di via Belgrado, tesa a combattere la solitudine e a favorire l’aggregazione. Grazie alla cooperativa Anziani e non solo sono stati coinvolti anche gli esercenti affinché fungano da vere e proprie antenne. Interlocutori privilegiati, i negozianti possono infatti ricoprire un ruolo fondamentale per individuare immediatamente comportamenti anomali o disturbi cognitivi. “Un modello che vorremmo replicare anche in altre zone della città coinvolgendo il mondo del volontariato – continua Calzolari – e, in particolare, le associazioni che si occupano di trasporto sociale. Quei volontari ogni giorno entrano nelle case dei più fragili, li portano dal dottore, consegnano loro la spesa… sono in grado di raccogliere bisogni e di individuare situazioni critiche che noi non conosciamo affinché possiamo farcene carico. Col loro aiuto potremmo tenere inoltre costantemente aggiornata la Mappatura dei fragili stilata insieme alla Protezione Civile. Un’idea, questa, su cui stiamo ragionando insieme ad Anziani e non solo e che metteremo in campo entro la fine dell’anno”.
Un altro versante su cui lavorare è quello del portierato sociale, da avviare soprattutto nei condomini più caldi, Erp o privati, come “quelli di via Lago di Bolsena, via Unione Sovietica e via Fermi ad esempio. Al momento è in atto una seria riflessione in tal senso”.
Non sempre però un anziano malato può essere curato a casa e allora un altro tema spinoso è quello legato alle lunghe liste d’attesa per poter accedere alle strutture protette comunali: “ad oggi a Carpi sono 124 le donne in lista e 52 gli uomini. Il turn over è assai limitato e ogni anno, mediamente, sono soltanto una decina le persone che riescono ad accedere alle Case di Residenza comunali”. Persone costrette dunque a optare, seppur temporaneamente e qualora possano permetterselo, per strutture private, nonostante gli alti costi.
Trame d’argento – prosegue l’assessore – è nato proprio per aiutare le famiglie che devono sostenere gli oneri di tali rette, ovvero dai 2 ai 3mila euro mensili, onde evitare che diano fondo a tutti i propri risparmi. Al momento possiamo contare su 250.000 euro per questo primo anno, di cui 200mila finanziati dalla Fondazione e 50mila dall’Unione delle Terre d’Argine”. Il progetto, avviato lo scorso maggio, eroga un contributo mensile a coloro che risiedono in una struttura privata. La discriminante per essere ammessi al bando è il modello ISEE e, sulla base di tale indicatore, sono state individuate tre fasce di reddito che ricevono rispettivamente ogni mese 300, 400 o 500 euro.
“Su 78 domande ammesse, abbiamo erogato contributi a 72 famiglie (58 a Carpi, 11 a Soliera e 3 a Novi di Modena). Non siamo riusciti a dare risposta a tutti poiché abbiamo terminato le risorse ma, consci che il bisogno crescerà ulteriormente, vogliamo  dare gambe al progetto e per tale motivo il dialogo con la Fondazione è costante affinché rinnovi – e speriamo aumenti – il contributo”.
L’offerta di “muri” dedicati ad anziani ancora autonomi ma comunque bisognosi di assistenza diverrà realtà anche con la consegna nel marzo 2021del nuovo care residence, il polo per anziani che sta sorgendo nell’area dell’ex Cappuccina di via Nuova Ponente.
Lì, lo ricordiamo, troveranno sede a piano terra due Centri diurni (da venti posti ciascuno, che sostituiranno quelli di via De Amicis e via Carducci) mentre al primo e secondo piano ci sarà una residenza assistita composta di 14 appartamenti, autonomi ma collegati ai servizi e agli spazi comuni sottostanti (dalla cucina alla lavanderia). La struttura è dedicata agli anziani autosufficienti a vita sola o con una rete familiare debole ma ancora inseriti nella vita sociale cittadina: a Carpi se ne contano almeno 4mila. Un’altra goccia che va a sommarsi alle azioni da mettere in campo per cercare di “contenere” la tempesta perfetta che si profila all’orizzonte.
Jessica Bianchi